Re: Stagione 2009/2010 di Marco Belinelli
Inviato: 07/05/2010, 16:18
quanto è testardo..per questo ci tifo di piu'...non ha la minima intenzione di tornare in europa eheh grande beli.
p.s. come a san francisco il suo luogo preferito è un ristorante e che cazzo beli!
«Non è stato un anno perso». Marco Belinelli non si arrende dopo un'altra stagione Nba - la terza - fatta di alti e bassi, illusioni e delusioni. Il passaggio da Golden State a Toronto, dove lo hanno fortemente voluto il presidente e general manager Bryan Colangelo e il suo braccio destro Maurizio Gherardini, è stato positivo fino a metà stagione. Poi, dopo la pausa per l'All Star Game e un infortunio, Io spazio di Marco si è notevolmente ridotto e le apparizioni in campo sporadiche. Beli ha giocato 66 partite, viaggiando a 7,1 punti di media in 17 minuti di gioco, cifre in calo rispetto alla scorsa stagione con i Warriors (8,9 punti in 21 minuti). La prossima sarà l'ultima stagione del suo contratto da rookie, ma le sirene europee non lo attraggono per niente. Intanto, quest'estate, ripartirà dalla Nazionale italiana, con la quale prenderà parte alle qualificazioni agli Europei del 2011.
Belinelli, finito il campionato è il tempo di tirare le somme. Qual è il bilancio di questa stagione? «Tutto sommato è stato un anno buono, la delusione è aver mancato i playoff che erano il mio grande obiettivo dopo aver cambiato squadra. Nella seconda parte abbiamo avuto un brusco calo e le cose non sono andate nel verso giusto».
Come la sua stagione: un buonissimo inizio, poi una seconda parte nella quale è uscito dalle rotazioni. Cosa è successo?
«Ho avuto la sfortuna di farmi male alla caviglia e di patire altri problemi fisici. Nella Nba quando perdi il ritmo è difficile recuperare posizioni perché ci sono tanti buoni giocatori in squadra. Dopo l'All Star Game, l'allenatore ha fatto scelte diverse, ma non ho mai perso la mia positività».
Ha parlato con coach Triano a fine campionato?
«Sì, mi ha rinnovato la fiducia, punta su di me e dice che sono un giocatore che vuole nella sua squadra. È stata una bella chiacchierata, il nostro rapporto è buono».
Ha mai pensato o pensa di tornare in Europa?
«No, rimarrò nella Nba anche l'anno prossimo, qui sono migliorato ogni anno, la voglia di sacrificio non mi manca».
Dopo tre anni di Nba, quale è l'aspetto che le piace di più e quello che invece le manca di più dell'Europa?
«Molto facile rispondere. Della Nba mi affascina tutto, dell'Europa non mi manca niente, anche dell'Italia dove il livello purtroppo è molto calato rispetto a qualche anno fa».
Come è stato il passaggio dalla California a Toronto?
«San Francisco è una delle città più belle degli States e un po' di paura nel cambio l'avevo. Lo scetticismo è però sparito subito, Toronto è una città vivace, io vivo a Yorkville zona piena di negozi e ristoranti».
Ha già trovato un rifugio per le sue ore fuori dal campo?
«Il ristorante Dimmi, gestito da un italiano e da un filippino con i quali ho legato tantissimo».
I rapporti con i nuovi compagni di squadra come sono? «Sto bene con tutti, soprattutto con Bargnani, Calderon e Nesterovic, anche se il rapporto più forte l'ho stretto con Turkoglu. Ci siamo sentiti spesso anche ultimamente e mi ha invitato in Turchia per i Mondiali».
E il gelido inverno canadese? «Siamo arrivati a -25, ma Bargnani mi ha detto che gli anni scorsi è stato peggio».
In estate la vedremo in Nazionale?
«Sì, ci tengo a giocare per l'Italia, poi ci sono stati dei cambiamenti in Federazione, vedo idee chiare ora».
Si tiene aggiornato su quello che succede qui?
«Viaggio molto per le partite, non è semplice. Ho visto che la Fortitudo sta giocando i playoff, ha passato il primo turno e ora se la vedrà con Ozzano: molti amici mi hanno chiesto di venire alla partita, proverò ad andare anche se ho già iniziato il fitto programma estivo che mi hanno assegnato i Raptors».
Si sente spesso con il suo grande amico Mancinelli?
«Siamo sempre in contatto, mi sembra stia facendo una buona stagione a Milano». Potrebbe starci nella Nba? «Due anni fa gli avevo consigliato di venire, ma lui ha scelto diversamente. Per le sue doti nella Nba ci starebbe sicuro, poi dipende dal contesto in cui capita».
p.s. come a san francisco il suo luogo preferito è un ristorante e che cazzo beli!
«Non è stato un anno perso». Marco Belinelli non si arrende dopo un'altra stagione Nba - la terza - fatta di alti e bassi, illusioni e delusioni. Il passaggio da Golden State a Toronto, dove lo hanno fortemente voluto il presidente e general manager Bryan Colangelo e il suo braccio destro Maurizio Gherardini, è stato positivo fino a metà stagione. Poi, dopo la pausa per l'All Star Game e un infortunio, Io spazio di Marco si è notevolmente ridotto e le apparizioni in campo sporadiche. Beli ha giocato 66 partite, viaggiando a 7,1 punti di media in 17 minuti di gioco, cifre in calo rispetto alla scorsa stagione con i Warriors (8,9 punti in 21 minuti). La prossima sarà l'ultima stagione del suo contratto da rookie, ma le sirene europee non lo attraggono per niente. Intanto, quest'estate, ripartirà dalla Nazionale italiana, con la quale prenderà parte alle qualificazioni agli Europei del 2011.
Belinelli, finito il campionato è il tempo di tirare le somme. Qual è il bilancio di questa stagione? «Tutto sommato è stato un anno buono, la delusione è aver mancato i playoff che erano il mio grande obiettivo dopo aver cambiato squadra. Nella seconda parte abbiamo avuto un brusco calo e le cose non sono andate nel verso giusto».
Come la sua stagione: un buonissimo inizio, poi una seconda parte nella quale è uscito dalle rotazioni. Cosa è successo?
«Ho avuto la sfortuna di farmi male alla caviglia e di patire altri problemi fisici. Nella Nba quando perdi il ritmo è difficile recuperare posizioni perché ci sono tanti buoni giocatori in squadra. Dopo l'All Star Game, l'allenatore ha fatto scelte diverse, ma non ho mai perso la mia positività».
Ha parlato con coach Triano a fine campionato?
«Sì, mi ha rinnovato la fiducia, punta su di me e dice che sono un giocatore che vuole nella sua squadra. È stata una bella chiacchierata, il nostro rapporto è buono».
Ha mai pensato o pensa di tornare in Europa?
«No, rimarrò nella Nba anche l'anno prossimo, qui sono migliorato ogni anno, la voglia di sacrificio non mi manca».
Dopo tre anni di Nba, quale è l'aspetto che le piace di più e quello che invece le manca di più dell'Europa?
«Molto facile rispondere. Della Nba mi affascina tutto, dell'Europa non mi manca niente, anche dell'Italia dove il livello purtroppo è molto calato rispetto a qualche anno fa».
Come è stato il passaggio dalla California a Toronto?
«San Francisco è una delle città più belle degli States e un po' di paura nel cambio l'avevo. Lo scetticismo è però sparito subito, Toronto è una città vivace, io vivo a Yorkville zona piena di negozi e ristoranti».
Ha già trovato un rifugio per le sue ore fuori dal campo?
«Il ristorante Dimmi, gestito da un italiano e da un filippino con i quali ho legato tantissimo».
I rapporti con i nuovi compagni di squadra come sono? «Sto bene con tutti, soprattutto con Bargnani, Calderon e Nesterovic, anche se il rapporto più forte l'ho stretto con Turkoglu. Ci siamo sentiti spesso anche ultimamente e mi ha invitato in Turchia per i Mondiali».
E il gelido inverno canadese? «Siamo arrivati a -25, ma Bargnani mi ha detto che gli anni scorsi è stato peggio».
In estate la vedremo in Nazionale?
«Sì, ci tengo a giocare per l'Italia, poi ci sono stati dei cambiamenti in Federazione, vedo idee chiare ora».
Si tiene aggiornato su quello che succede qui?
«Viaggio molto per le partite, non è semplice. Ho visto che la Fortitudo sta giocando i playoff, ha passato il primo turno e ora se la vedrà con Ozzano: molti amici mi hanno chiesto di venire alla partita, proverò ad andare anche se ho già iniziato il fitto programma estivo che mi hanno assegnato i Raptors».
Si sente spesso con il suo grande amico Mancinelli?
«Siamo sempre in contatto, mi sembra stia facendo una buona stagione a Milano». Potrebbe starci nella Nba? «Due anni fa gli avevo consigliato di venire, ma lui ha scelto diversamente. Per le sue doti nella Nba ci starebbe sicuro, poi dipende dal contesto in cui capita».