The Huge ha scritto:
Dan e' la storia, fa parte del mito, mi riporta all'età di bambino così in fretta che nemmeno la macchina del tempo.
Charles, canigggia e tutti gli altri giovani: voi non sapete chi e' Dan. Voi da qualche anno vedete un vecchietto rincoglionito e ridete. Ma non potete sapere che quell'omino apoendeva al muro i Meneghin, i McAdoo, i Premier, i D'Antoni e così via. Voi non sapete di una sconfitta a Pesaro dove volarono sberle nello spogliatoio di Milano per il -45: 7 mesi dopo arrivò lo scudetto. Voi non avete idea della leadership che quell'uomo ha innata.
Voi non sentiste l'intervista prima del ritorno con l'Aris. Pelle d'oca cazzo. Quella che provo adesso.
Finirà male, perché 25 anni sono una vita (anche se il vero allenatore sarà ovviamente Valli, attuale secondo), perché Siena e' forte, perché ci manca un play, perché ci manca un pivot, per mille motivi.
Ma in panchina abbiamo un totem ora, probabilmente il miglior motivatore, insieme a Tanjevic, presente sulla piazza.
Cmq andrà, se Dan terrà, e Dan terra', ci proveremo.
Grazie Giorgio, ci fai rivivere un sogno.
Questo è un grandissimo post, Huge, mi sono venuti i brividi…
Cazzo, mi rendo conto di quanto abbia fatto sognare quest’uomo, anche gente come me che era poco più di un lattante quando allenava Milano, e che ha vissuto solo tangenzialmente tutti gli anni di quei trionfi.
Ieri, dopo essermi assicurato che non fosse morto (anche io l’ho pensato non appena ho visto il faccione in 1^ pagina sul sito della Gazzetta

), mi sono entusiasmato e fatto una sonora risata: che bello! L’incontro-scontro tra un uomo rareffatosi tra leggenda del basket e incisività senza pari a livello mediatico – elementi, questi, che l’hanno reso quasi irreale, mitico, virtuale - con la dura realtà terrena, quella di una Milano in crisi d’identità e risultati, allenata fino a un attimo fa da uno (lui sì) senza un minimo di idee e carisma, che faccio fatica a capire come possa aver fatto ad arrivare così in alto.
E’ una sfida affascinantissima, una scelta di Marketing stupenda, che può (ri)avvicinare al basket le vecchie generazioni nostalgiche che hanno vissuto i trionfi dell’Olimpia anni ‘80, i bambini nati sotto l’egida del Lipton Ice Tea “mmh mmh, fe-no-me-na-le” e delle sfide epiche tra Hulk Hogan e Ultimate Warrior (eccomi), e i più giovani che magari si sono affezionati alle surreali telecronache su Sportitalia24. Buffa e Tranquillo entreranno nella leggenda dal punto di vista della telecronaca sportiva. Ma qui si tratta d’altro. Di marketing ho parlato, perché di marketing si tratta. L’allenatore reale - e questo credo sia evidente a tutti - sarà Valli, Peterson sarà uomo immagine fuori dal campo, personalità e carisma dentro al campo e (soprattutto) negli spogliatoi.
Vedremo come andrà, magari sarà un fallimento totale, certo è che l’unico che ha da perdere qualcosa in questa situazione è proprio Dan; e proprio per questo, già di per sé, l’aver accettato una sfida simile, lo rende ancor più grande.
Per quanto mi riguarda, io so per certo che se tornerò a vedermi con maggiore attenzione qualche partita del campionato italiano sarà grazie a lui (ogni tanto un'occhiata, ma fondamentalmente ho lasciato tutta la passione e l'entusiasmo agli anni '90, ai Kukoc, Del Negro, Danilovic, Myers, Pittis, Niccolai, Bodiroga, Djordjevic, Komazec, Henry Williams, Naumoski, Orlando Woolridge...).
Sfida pazza, pazzissima. Ma che bello!
