Re: Libri e altra cartaccia
Inviato: 15/03/2009, 18:21
Per una volta mi sono fidato della propaganda su due best sellers pluripremiati, con risultati alterni

Se non ricordo male, qui lo aveva già consigliato qualcuno
Be', come romanzo, non vale molto. La struttura è esilissima, ridotta all'alternanza tra i monologhi delle due protagoniste: la portinaia cinquantenne di un condominio signorile a Parigi, autodidatta che si fa una cultura divorando libri e films, e un'inquilina dello stesso palazzo, una ragazzina di 12 anni superintelligente e ipersensibile, con tendenze suicide. Le accomuna il fatto che nascondono le proprie doti intellettuali al resto del mondo.
Per quanto improbabile, l'idea mi piaceva, ma i due personaggi sono proprio fasulli, semplici travestimenti dell'autrice che è professoressa di filosofia e purtroppo te lo fa capire quasi ad ogni paragrafo. La tipica intellettuale francese dei giorni nostri, il cui pensiero si può riassumere così:
- Dio non esiste, meglio non perderci tempo e fatica in nessun modo.
- La vita non ha senso ed è pure penosa.
- Per quanto si sforzi ed illuda, l'uomo rimane un animale. Per la precisione, una scimmia dell'ordine dei Primati.
- La civiltà occidentale è in grossa crisi, ma proprio grossa. Vuoi mettere il Giappone?
- L'intelligenza deve "servire" alla comunità
Sia la portinaia bibliofila di mezza età sia la bimba prodigio faticano a concludere un discorso senza infilarci almeno uno di questi concetti e parlano più o meno allo stesso modo, cioè come un professore, anche se ovviamente la donna ha più libri da citare e si cimenta anche con argomenti come la musica classica, la pittura, con perle tipo "Per le nature morte olandesi del XVII secolo cederei tutto il Quattrocento italiano!".
A un certo punto la storia prende una piega che ricorda "Cenerentola", con l'aggiunta di un paio di tragedie posticce strappalacrime.
Le cose migliori del libro sono i feroci spunti satirici contro l'alta borghesia francese, anche quella di sinistra, i ritratti umani degli inquilini e certi sprazzi poetici. Non mancano pagine belle, interessanti e perfino commoventi, la signora non scrive affatto male, ma il complesso non convince.

Questo invece mi è piaciuto; notevole, soprattutto per un'opera prima. Non mi va di sezionarlo, anche perché è già pieno di cicatrici di suo. Triiiiiiiste

Se non ricordo male, qui lo aveva già consigliato qualcuno
Be', come romanzo, non vale molto. La struttura è esilissima, ridotta all'alternanza tra i monologhi delle due protagoniste: la portinaia cinquantenne di un condominio signorile a Parigi, autodidatta che si fa una cultura divorando libri e films, e un'inquilina dello stesso palazzo, una ragazzina di 12 anni superintelligente e ipersensibile, con tendenze suicide. Le accomuna il fatto che nascondono le proprie doti intellettuali al resto del mondo.
Per quanto improbabile, l'idea mi piaceva, ma i due personaggi sono proprio fasulli, semplici travestimenti dell'autrice che è professoressa di filosofia e purtroppo te lo fa capire quasi ad ogni paragrafo. La tipica intellettuale francese dei giorni nostri, il cui pensiero si può riassumere così:
- Dio non esiste, meglio non perderci tempo e fatica in nessun modo.
- La vita non ha senso ed è pure penosa.
- Per quanto si sforzi ed illuda, l'uomo rimane un animale. Per la precisione, una scimmia dell'ordine dei Primati.
- La civiltà occidentale è in grossa crisi, ma proprio grossa. Vuoi mettere il Giappone?
- L'intelligenza deve "servire" alla comunità
Sia la portinaia bibliofila di mezza età sia la bimba prodigio faticano a concludere un discorso senza infilarci almeno uno di questi concetti e parlano più o meno allo stesso modo, cioè come un professore, anche se ovviamente la donna ha più libri da citare e si cimenta anche con argomenti come la musica classica, la pittura, con perle tipo "Per le nature morte olandesi del XVII secolo cederei tutto il Quattrocento italiano!".
A un certo punto la storia prende una piega che ricorda "Cenerentola", con l'aggiunta di un paio di tragedie posticce strappalacrime.
Le cose migliori del libro sono i feroci spunti satirici contro l'alta borghesia francese, anche quella di sinistra, i ritratti umani degli inquilini e certi sprazzi poetici. Non mancano pagine belle, interessanti e perfino commoventi, la signora non scrive affatto male, ma il complesso non convince.
Questo invece mi è piaciuto; notevole, soprattutto per un'opera prima. Non mi va di sezionarlo, anche perché è già pieno di cicatrici di suo. Triiiiiiiste


