Re: Il moleskine del perfetto bargnanista
Inviato: 20/08/2011, 13:07
Beh direi che questa intervista di oggi su Sportweek sia un po' tutta una perla...
In effetti, anche uno più estroverso e spiritoso di Andrea, sentendosi chiedere a bruciapelo da un estraneo – peraltro a colazione ancora in viaggio da esofago a stomaco – cosa avesse pensato al primo incontro con quello che sarebbe diventato quasi un fratello, avrebbe risposto come ha fatto lui (sorridendo): «Ma sono domande da fare, alle nove e mezza del mattino?!».
Sì, e per due motivi: primo, l’orario dell’intervista non lo abbiamo deciso noi; secondo, il gioco era proprio questo: mettere uno di fronte all’altro Andrea (Bargnani) e Marco (Mordente) – amici dal 2005, da quando si incontrarono alla Benetton Treviso, uno ventenne, l’altro cinque anni più grande – e stuzzicarli sul loro rapporto. Fatto, come tutti quelli realmente virili, di complicità silenziose e scazzi chiassosi. Questi ultimi, giurano i due, soltanto in campo. Proprio l’intesa – spirituale e affettiva, prima ancora che tecnica – tra l’ala-centro dei Toronto Raptors e la guardia ex Armani Jeans è una delle carte che coach Pianigiani può giocarsi sul tavolo dell’Europeo, dove l’Italia del basket sarà impegnata dal 31 agosto.
Dunque, Bargnani, qual è stato il primo pensiero su Marco?
«Ho capito che era un tipo introverso, come me».
E il suo, Mordente, a proposito di Andrea?
«Cazzo, che polpacci».
Quando avete capito che sareste diventati amici?
B. «Dopo pochi giorni insieme alla Benetton».
M. «Quando siamo andati insieme all’Ikea a fare spese per la casa».
Che cosa apprezzate di più uno dell’altro?
B. «Pur essendo un introverso di natura, Marco è una persona positiva, capace di stare bene con tutti».
M. «Il Mago è un tipo particolare, ma, quando riesci a entrargli dentro, ci resti per sempre, perché è uno molto legato alle amicizie e agli affetti».
In che senso, Bargnani è un tipo particolare?
M. «Sembra sempre che ogni cosa gli scivoli addosso e che voglia prendere le distanze da tutto e tutti, invece, a conoscerlo bene, non è così. D’altra parte, questo suo approccio alle persone e alla vita è anche la sua fortuna, vista la carriera che ha fatto».
Qual è la qualità che vi invidiate reciprocamente?
B. «Io sono molto emotivo, sento la partita. Se gioco male, mi deprimo e ci sto male anche dopo. Lui, invece, che faccia bene o male, che la squadra abbia vinto o perso, uscito dal campo stacca la spina».
M. «Gli invidio il talento che ha come giocatore. E la sua faccia come il culo».
Il complimento più bello ricevuto dall’altro?
B. «Non ce n’è uno in particolare, ricordo gli abbracci e le pacche sulle spalle dopo lo scudetto del 2006 vin- to contro la Fortitudo Bologna».
M. «Sì, ricordo tutti quegli abbracci. Non ce ne siamo più scambiati così tanti, forse perché insieme non abbiamo mai più vinto nulla di altrettanto importante. O forse perché quella volta
eravamo ubriachi».
Il canestro, o l’assist, che ricordate dell’altro?
B. «Sempre la finale scudetto contro Bologna, in gara-4. Nell’ultimo quarto eravamo in difficoltà: Marco rubò palla e, tenendola al petto, si voltò esultando verso la curva. Quel recupero cambiò l’inerzia della partita in nostro favore».
M. «Io ricordo gara-1 di quella finale, dominata da Andrea in attacco e in difesa. Ma anche una sua schiacciata contro il Panathinaikos, in Eurolega».
Il segreto che vi siete confidati.
B. «Segreti d’amore, quindi impossibili da svelare».
M. «Il segreto è tale proprio perché non si può rivelare».
L’altro è meglio in campo o fuori?
B. «Come faccio a dirlo? Sono situazioni diverse».
M. «Andrea è certamente meglio fuori» (risata).
Fin qui abbiano parlato dei pregi. E il difetto peggio- re di uno e dell’altro?
B. «Marco è sempre troppo polemico».
M. «Andrea sta sempre col freno un po’ tirato».
Che cosa vi fa arrabbiare dell’altro?
B. «In campo, con me se la prende quando faccio scelte del cazzo, come prendere un tiro che non dovevo».
M. «Io mi arrabbio quando non ricorda uno schema».
E fuori?
B. «Non mi sono mai incazzato di brutto, con lui». M. «Non c’è mai stato un vero litigio. Siamo una coppia aperta al dialogo...».
In Nazionale siete in camera insieme: chi ha deciso?
B. «Ci è venuto naturale».
L’ultimo che spegne la luce, la sera?
M. «Io. Sono più vecchio, mi viene sonno prima».
Chi va in bagno per primo?
M. «Sempre io. Se ci passa prima lui, dopo non si può più entrare: si rischia di non uscirne vivi» (Bargnani sghignazza convinto).
Siete il compagno di camera ideale uno dell’altro?
B. «Io non sono il compagno ideale di nessuno, perché sono il disordine fatto persona».
Siete insieme pure in vacanza: chi è il più casinista?
M. «Il Mago. Se va in ritmo, non c’è paragone».
B. «Sai com’è, quando vai in posti sfigati come Ibiza...».
Chi sceglie la destinazione?
M. «Io. Lui conosce tre posti soltanto: Roma, Ostia e Ponza» (Bargnani è romano).
Chi rimorchia di più, in vacanza?
M. «Siamo sempre andati con le fidanzate...».
B. «Se parliamo di aspirazioni, lui, col capello moro e lungo, piaceva. Ma forse io acchiappavo di più, anche se non per meriti estetici» (ridono, ma non dicono di più).
E chi decide l’escursione?
M. «Io. Lui è creativo per niente».
La volta che avete pensato: non lo reggo più?
M. «Tante volte. Sempre, dopo che è andato in bagno».
La cosa che non vi siete detti?
M. « “Ti voglio bene”. Ma non ce n’è bisogno».
B. «Eppure abbiamo dormito tante volte insieme...».
La cosa che vi siete detti e di cui vi siete pentiti?
M. «Quando l’ho definito una cartola. In dialetto bolognese, uno che ha personalità, è originale, con un suo stile anche se brutto».
Non è un gran complimento.
M. «Ma il Mago si è montato ancora di più».
In che modo fate ridere l’altro?
M. «Prendendolo in giro».
B. «Con qualche battuta e molta ironia».
La volta che l’altro ha dimostrato la sua amicizia?
M. «Non c’è stata un’occasione particolare. È bello che, ogni volta che torna dagli Stati Uniti, Andrea mi chiami per una cena noi due soli».
B. «Ragazzino appena arrivato a Treviso, mi ha aiutato tanto».
Ultima domanda: cosa invidiate uno all’altro?
B. «La maturità».
M. «E c’è pure bisogno di dirlo? I soldi, la fama, la carriera...».