L'angolo dell'intervista

Rise and fall di un giocatore che o si ama o si odia. Noi lo abbiamo amato, finchè è durata!
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maurom
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da maurom »

Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
"I think that the champions come out for the pressure. So if you're not good under pressure, then you're just a mediocre player. And I don't want to be a mediocre player. I want to win championships." - Danilo Gallinari
mighty
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

maurom ha scritto:
Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
Sì...però ora deve capire che queste non devono essere opzioni! Per essere una presenza in questa lega devi voler fare tutte e 3 le cose insieme, tutte le sere! :wink:
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)
danmuru
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da danmuru »

mighty ha scritto:
maurom ha scritto:
Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
Sì...però ora deve capire che queste non devono essere opzioni! Per essere una presenza in questa lega devi voler fare tutte e 3 le cose insieme, tutte le sere! :wink:
Ma se manco gli MVP stagionali lo fanno, in RS

:lol: :lol: :D
mighty
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

danmuru ha scritto:Ma se manco gli MVP stagionali lo fanno, in RS

:lol: :lol: :D
eh aspetta un attimo dai...questa è un po' una leggenda...diciamo che gli all star e quelli che stanno un gradino sotto questo livello fanno almeno 2 delle 3 cose tutte le sere.


E parlo di gente del "calibro" di Kaman, Bogut e Zach Randolph... :wink:
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gianluigi83
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da gianluigi83 »

sul idscorso generale fatto da mighty sono d'accordo sui giocatori presi da esempio no
mighty
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

^^^

il succo è "se lo fanno loro vuol dire che non ci vuole poi tanto!" :wink:
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Gabbo
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da Gabbo »

Zach Randolph
Evvabbhè. lo fai di proposito :lol:
"Dottor/
Professor/
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mighty
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

Gabbo ha scritto:
Zach Randolph
Evvabbhè. lo fai di proposito :lol:
why?
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)
Gabbo
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da Gabbo »

Questo
diciamo che gli all star e quelli che stanno un gradino sotto questo livello fanno almeno 2 delle 3 cose tutte le sere.
E questo
Zach Randolph
Non vanno messi assieme.
Kaman lo posso capire perchè sta facendo una stagione super e sono un paio d'anni che sta giocando veramente bene.
Bogut sono un paio d'anni che finalmente sta un gradino sotto l'all-star
Zibo quest'anno sta andando forte, ma gli anni prima era improponibile
"Dottor/
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

Gabbo ha scritto: Zibo quest'anno sta andando forte, ma gli anni prima era improponibile
tipologia di giocatore che odio come pochi ma sono anni che flirta con il 20+10
"In da hood non ne esci vivo" (cit.)
vanz
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da vanz »

Parla il cestista romano diventato giocatore insostituibile per Toronto
«L’All Star Game è il mio sogno»
NOSTRO INVIATO
PIERO GUERRINI
TORONTO. Il giorno dopo la vittoria contro Nowitzki. La splendida palestra d’allena­mento con annessa sala pesi. Il Mago fa poco lavoro con la squadra - come gli altri che hanno giocato tanto -, molto però di recupero e con gli at­trezzi. La Nba è questo. Subito dopo si vola a Cleveland. E do­mani si rigioca a Milwaukee. Due partite in 24 ore. Andrea Bargnani non si risparmia e quando i compagni hanno fini­to si mette a tirare. Poi, i gior­nalisti canadesi. Che chiedono se si diverta di più. Colpiti dal­la sua nuova capacità di espri­mere emozioni in campo. «Mi sento sempre più parte del progetto, più coinvolto». E’ tempo di sedersi per una chiac­chierata serena e vera. Perché il Mago sarà stato chiuso ma ora, a 24 anni, un po’ meno.

Allora Bargnani, le hanno chiesto di Nowitzki.

«Una bella emozione, perché Dirk è un n. 1 ed è sempre sta­to un esempio. Ha superato i 20000 punti, qui. In difesa so­no diventato più aggressivo, deciso. Ma la felicità vera è per la squadra. E credo che siamo soltanto all’inizio».

L’obiettivo è importante, al­lora?

«Sono convinto che possiamo migliorare e molto. Importan­te è cancellare quello zero, su­perare il primo turno dei playoff. Poi si vedrà. Molto però dipende dall’accoppia­mento ».
Chi vorrebbe incontrare?
«Beh, con Orlando è partita stretta. Con Boston invece, non so perché, soffriamo. Poi c’è Cleveland che ha LeBron. E Atlanta, che non ha lunghi, è squadra strana e di talento».

Sensazione, potete essere la quarta forza a Est, la mina vagante per le potenze Cle­veland, Boston e Orlando.

«Vediamo, siamo sopra il 50% e abbiamo avuto un calenda­rio terribile. Ora ci aspettano due sfide toste, poi si vira. A febbraio siamo quasi sempre in casa. E’ il mese decisivo, ci dirà se siamo carne o pesce».

Quattro anni a Toronto, già.
«La città mi piace, la gente è disponibile. Ovvio, in quanto conosciuto magari non sono trattato come altri italiani. Però questo è un posto in cui le culture convivono bene. Poi c’è tranquillità. Certo, fa freddo. Ma in caso contrario verrebbe­ro tutti. c’è tutto quello che ser­ve a un ragazzo di 24 anni».

Cittadino del mondo?
«Ho lasciato Roma a 17 anni. Cittadino del mondo è bello, ma c’è il rovescio della meda­glia. Devi staccarti sempre da­gli affetti, riciclarti e ripartire. Una vita che rende più freddi».

Per quanto vorrà vivere co­sì?

«Beh, essere un potenziale esempio è piacevole. Uno pen­sa di poter giocare sempre, ma fai i conti con il fisico. Allora di­co che andrò avanti sino a che resto ad alto livello. Il che ma­gari significa pure Europa, a fine carriera. Non la B2. Piut­tosto chiudo per fare una squa­dra di promozione a Roma con gli amici. Ma lo dico adesso. A 35 anni chissà».

Sta giocando da All Star. Sotto sotto spera in una chiamata?

«E’ uno dei grandi sogni. Sa­rebbe incredibile andarci, pri­ma o poi. Non mi ossessiono».

Non è che la stimola la cre­scita di Gallinari e Belinelli? Lei è stato l’apripista della nuova ondata italiana...

«No, Beli è qui con me. Con Da­nilo ho un buon rapporto e mi fa piacere se gioca bene. Non voglio dimostrare di essere il n. 1 d’Italia, voglio confrontar­mi con avversari come Sha­quille O’Neal, Howard, Nowitzki. Devo pensare a marcare loro. Però contro New York voglio giocare bene. Forse è un meccanismo automatico, non razionale».
Voi nella Nba qui siete cam­pioni, in Italia venite dopo una serie di Tiribocchi (sen­za voler offendere il buon attaccante). Non è ingiusto?

«Io penso a Totti, a quella che è la sua vita quotidiana. Non è facile. Non voglio sentirmi una stella hollywoodiana. Cioè, è bello, però mi basta qui, che de­vo uscire con la guardia del corpo, che non posso fare sem­pre quello che voglio. So di ave­re tanti tifosi in Italia, qualcu­no ci considera esempi, ammi­rati. Del resto, non possiamo essere sempre presenti in tv».

Quando torna da noi la ri­conoscono?

«Sempre di più. Poi sono così alto che i dubbi si riducono. Magari non tutti associano su­bito la faccia al nome, però san­no chi sono».

Capitolo Nazionale. Non le chiedo se verrà o meno. E’ stato però importante che lei sia stato l’unico a espri­mersi ed esporsi dopo l’ulti­mo tonfo. Ora che si sta cambiando sarebbe bene mutasse pure l’atteggia­mento verso voi tre. Rispet­tare il vostro tipo di lavoro. Se avete un programma estivo dovreste poterlo fare.

«Bene, l’ha detto lei. Io aggiun­go solo che abbiamo 90 partite, io spero di più. E che giochia­mo tanti minuti. Poi i viaggi. Ma la Nazionale resta un ono­re supremo».

Ha sempre faticato, in az­zurro.

«Ma non è basket diverso, cambiano gli spazi».

Come gestite questa vita?
«S’impara, devi saper ascolta­re il tuo corpo. Soprattutto dor­mire quando puoi. Ma non so­no sacrifici, non scherziamo».

Qui cos’ha imparato?
«Che non bisogna buttarsi via, che si rischia di perdere il con­tatto con la realtà. E’ un sogno, ma bisogna viverlo con concre­tezza ».
"Quando a scuola la maestra dava una punizione a Roberto Baggio, lui chiedeva sempre se era di prima o di seconda."

http://mexicotears.blogspot.it/
Rickett
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da Rickett »

Bella intervista.
gianluigi83
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da gianluigi83 »

vanz ha scritto:
Parla il cestista romano diventato giocatore insostituibile per Toronto
«L’All Star Game è il mio sogno»
NOSTRO INVIATO
PIERO GUERRINI
TORONTO. Il giorno dopo la vittoria contro Nowitzki. La splendida palestra d’allena­mento con annessa sala pesi. Il Mago fa poco lavoro con la squadra - come gli altri che hanno giocato tanto -, molto però di recupero e con gli at­trezzi. La Nba è questo. Subito dopo si vola a Cleveland. E do­mani si rigioca a Milwaukee. Due partite in 24 ore. Andrea Bargnani non si risparmia e quando i compagni hanno fini­to si mette a tirare. Poi, i gior­nalisti canadesi. Che chiedono se si diverta di più. Colpiti dal­la sua nuova capacità di espri­mere emozioni in campo. «Mi sento sempre più parte del progetto, più coinvolto». E’ tempo di sedersi per una chiac­chierata serena e vera. Perché il Mago sarà stato chiuso ma ora, a 24 anni, un po’ meno.

Allora Bargnani, le hanno chiesto di Nowitzki.

«Una bella emozione, perché Dirk è un n. 1 ed è sempre sta­to un esempio. Ha superato i 20000 punti, qui. In difesa so­no diventato più aggressivo, deciso. Ma la felicità vera è per la squadra. E credo che siamo soltanto all’inizio».

L’obiettivo è importante, al­lora?

«Sono convinto che possiamo migliorare e molto. Importan­te è cancellare quello zero, su­perare il primo turno dei playoff. Poi si vedrà. Molto però dipende dall’accoppia­mento ».
Chi vorrebbe incontrare?
«Beh, con Orlando è partita stretta. Con Boston invece, non so perché, soffriamo. Poi c’è Cleveland che ha LeBron. E Atlanta, che non ha lunghi, è squadra strana e di talento».

Sensazione, potete essere la quarta forza a Est, la mina vagante per le potenze Cle­veland, Boston e Orlando.

«Vediamo, siamo sopra il 50% e abbiamo avuto un calenda­rio terribile. Ora ci aspettano due sfide toste, poi si vira. A febbraio siamo quasi sempre in casa. E’ il mese decisivo, ci dirà se siamo carne o pesce».

Quattro anni a Toronto, già.
«La città mi piace, la gente è disponibile. Ovvio, in quanto conosciuto magari non sono trattato come altri italiani. Però questo è un posto in cui le culture convivono bene. Poi c’è tranquillità. Certo, fa freddo. Ma in caso contrario verrebbe­ro tutti. c’è tutto quello che ser­ve a un ragazzo di 24 anni».

Cittadino del mondo?
«Ho lasciato Roma a 17 anni. Cittadino del mondo è bello, ma c’è il rovescio della meda­glia. Devi staccarti sempre da­gli affetti, riciclarti e ripartire. Una vita che rende più freddi».

Per quanto vorrà vivere co­sì?

«Beh, essere un potenziale esempio è piacevole. Uno pen­sa di poter giocare sempre, ma fai i conti con il fisico. Allora di­co che andrò avanti sino a che resto ad alto livello. Il che ma­gari significa pure Europa, a fine carriera. Non la B2. Piut­tosto chiudo per fare una squa­dra di promozione a Roma con gli amici. Ma lo dico adesso. A 35 anni chissà».

Sta giocando da All Star. Sotto sotto spera in una chiamata?

«E’ uno dei grandi sogni. Sa­rebbe incredibile andarci, pri­ma o poi. Non mi ossessiono».

Non è che la stimola la cre­scita di Gallinari e Belinelli? Lei è stato l’apripista della nuova ondata italiana...

«No, Beli è qui con me. Con Da­nilo ho un buon rapporto e mi fa piacere se gioca bene. Non voglio dimostrare di essere il n. 1 d’Italia, voglio confrontar­mi con avversari come Sha­quille O’Neal, Howard, Nowitzki. Devo pensare a marcare loro. Però contro New York voglio giocare bene. Forse è un meccanismo automatico, non razionale».
Voi nella Nba qui siete cam­pioni, in Italia venite dopo una serie di Tiribocchi (sen­za voler offendere il buon attaccante). Non è ingiusto?

«Io penso a Totti, a quella che è la sua vita quotidiana. Non è facile. Non voglio sentirmi una stella hollywoodiana. Cioè, è bello, però mi basta qui, che de­vo uscire con la guardia del corpo, che non posso fare sem­pre quello che voglio. So di ave­re tanti tifosi in Italia, qualcu­no ci considera esempi, ammi­rati. Del resto, non possiamo essere sempre presenti in tv».

Quando torna da noi la ri­conoscono?

«Sempre di più. Poi sono così alto che i dubbi si riducono. Magari non tutti associano su­bito la faccia al nome, però san­no chi sono».

Capitolo Nazionale. Non le chiedo se verrà o meno. E’ stato però importante che lei sia stato l’unico a espri­mersi ed esporsi dopo l’ulti­mo tonfo. Ora che si sta cambiando sarebbe bene mutasse pure l’atteggia­mento verso voi tre. Rispet­tare il vostro tipo di lavoro. Se avete un programma estivo dovreste poterlo fare.

«Bene, l’ha detto lei. Io aggiun­go solo che abbiamo 90 partite, io spero di più. E che giochia­mo tanti minuti. Poi i viaggi. Ma la Nazionale resta un ono­re supremo».

Ha sempre faticato, in az­zurro.

«Ma non è basket diverso, cambiano gli spazi».

Come gestite questa vita?
«S’impara, devi saper ascolta­re il tuo corpo. Soprattutto dor­mire quando puoi. Ma non so­no sacrifici, non scherziamo».

Qui cos’ha imparato?
«Che non bisogna buttarsi via, che si rischia di perdere il con­tatto con la realtà. E’ un sogno, ma bisogna viverlo con concre­tezza ».


il nuovo bargnani lo si vede dalla frase in cui dice:"voglio confrontarmi con shaq ,howard,il tedesco ecco vi invito a riguardare su youtube quale atteggiamento avesse in estate a nba news quando parlava di questi giocatori; io lo vidi quasi arrendevole come a dire con queti c'è poco da fare
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da The Huge »

Dopo la fantastica vittoria sui Lakers:
Bilini ha scritto:“Ci ha fatto vincere la partita e sono contentissimo per lui - ha spiegato Belinelli che ha legato tantissimo con Turkoglu e lo sostiene al 100% in un periodo di scarso rendimento -. Hedo è uno che fa vincere le partite e penso che adesso tutti l’abbiano capito. È uno che ha giocato nella Nba per dieci anni. Per lui è indifferente se lo fischiano o non lo fischiano”.
Bravo Marco! :approved:
Brother Hedo ha scritto:I know I have difficulties throughout the past couple of weeks but I always keep my confidence and put those behind and try to play my game the best way I can and help myself get going and help the team to get some wins
mighty
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Re: L'angolo dell'intervista

Messaggio da mighty »

Bella l'intervista del Busto.
LOL @ quando dice che non sa perchè con Boston soffrano... :lol2: :lol:
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