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Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 10:50
da maurom
Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 11:08
da mighty
maurom ha scritto:Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
Sì...però ora deve capire che queste non devono essere opzioni! Per essere una presenza in questa lega devi voler fare tutte e 3 le cose insieme, tutte le sere!

Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 11:52
da danmuru
mighty ha scritto:maurom ha scritto:Andrea Bargnani ha scritto:“It’s the only way to stay on the court. If you don’t score, don’t rebound and don’t play defence, why would the coach keep you on the court?”
Bravo Andrea.
Sì...però ora deve capire che queste non devono essere opzioni! Per essere una presenza in questa lega devi voler fare tutte e 3 le cose insieme, tutte le sere!

Ma se manco gli MVP stagionali lo fanno, in RS

Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 12:36
da mighty
eh aspetta un attimo dai...questa è un po' una leggenda...diciamo che gli all star e quelli che stanno un gradino sotto questo livello fanno almeno 2 delle 3 cose tutte le sere.
E parlo di gente del "calibro" di Kaman, Bogut e Zach Randolph...

Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 13:19
da gianluigi83
sul idscorso generale fatto da mighty sono d'accordo sui giocatori presi da esempio no
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 14:45
da mighty
^^^
il succo è "se lo fanno loro vuol dire che non ci vuole poi tanto!"

Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 15:12
da Gabbo
Zach Randolph
Evvabbhè. lo fai di proposito

Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 15:23
da mighty
Gabbo ha scritto:Zach Randolph
Evvabbhè. lo fai di proposito

why?
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 15:27
da Gabbo
Questo
diciamo che gli all star e quelli che stanno un gradino sotto questo livello fanno almeno 2 delle 3 cose tutte le sere.
E questo
Zach Randolph
Non vanno messi assieme.
Kaman lo posso capire perchè sta facendo una stagione super e sono un paio d'anni che sta giocando veramente bene.
Bogut sono un paio d'anni che finalmente sta un gradino sotto l'all-star
Zibo quest'anno sta andando forte, ma gli anni prima era improponibile
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 14/01/2010, 15:43
da mighty
Gabbo ha scritto:
Zibo quest'anno sta andando forte, ma gli anni prima era improponibile
tipologia di giocatore che odio come pochi ma sono anni che flirta con il 20+10
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 19/01/2010, 21:03
da vanz
Parla il cestista romano diventato giocatore insostituibile per Toronto
«L’All Star Game è il mio sogno»
NOSTRO INVIATO
PIERO GUERRINI
TORONTO. Il giorno dopo la vittoria contro Nowitzki. La splendida palestra d’allenamento con annessa sala pesi. Il Mago fa poco lavoro con la squadra - come gli altri che hanno giocato tanto -, molto però di recupero e con gli attrezzi. La Nba è questo. Subito dopo si vola a Cleveland. E domani si rigioca a Milwaukee. Due partite in 24 ore. Andrea Bargnani non si risparmia e quando i compagni hanno finito si mette a tirare. Poi, i giornalisti canadesi. Che chiedono se si diverta di più. Colpiti dalla sua nuova capacità di esprimere emozioni in campo. «Mi sento sempre più parte del progetto, più coinvolto». E’ tempo di sedersi per una chiacchierata serena e vera. Perché il Mago sarà stato chiuso ma ora, a 24 anni, un po’ meno.
Allora Bargnani, le hanno chiesto di Nowitzki.
«Una bella emozione, perché Dirk è un n. 1 ed è sempre stato un esempio. Ha superato i 20000 punti, qui. In difesa sono diventato più aggressivo, deciso. Ma la felicità vera è per la squadra. E credo che siamo soltanto all’inizio».
L’obiettivo è importante, allora?
«Sono convinto che possiamo migliorare e molto. Importante è cancellare quello zero, superare il primo turno dei playoff. Poi si vedrà. Molto però dipende dall’accoppiamento ».
Chi vorrebbe incontrare?
«Beh, con Orlando è partita stretta. Con Boston invece, non so perché, soffriamo. Poi c’è Cleveland che ha LeBron. E Atlanta, che non ha lunghi, è squadra strana e di talento».
Sensazione, potete essere la quarta forza a Est, la mina vagante per le potenze Cleveland, Boston e Orlando.
«Vediamo, siamo sopra il 50% e abbiamo avuto un calendario terribile. Ora ci aspettano due sfide toste, poi si vira. A febbraio siamo quasi sempre in casa. E’ il mese decisivo, ci dirà se siamo carne o pesce».
Quattro anni a Toronto, già.
«La città mi piace, la gente è disponibile. Ovvio, in quanto conosciuto magari non sono trattato come altri italiani. Però questo è un posto in cui le culture convivono bene. Poi c’è tranquillità. Certo, fa freddo. Ma in caso contrario verrebbero tutti. c’è tutto quello che serve a un ragazzo di 24 anni».
Cittadino del mondo?
«Ho lasciato Roma a 17 anni. Cittadino del mondo è bello, ma c’è il rovescio della medaglia. Devi staccarti sempre dagli affetti, riciclarti e ripartire. Una vita che rende più freddi».
Per quanto vorrà vivere così?
«Beh, essere un potenziale esempio è piacevole. Uno pensa di poter giocare sempre, ma fai i conti con il fisico. Allora dico che andrò avanti sino a che resto ad alto livello. Il che magari significa pure Europa, a fine carriera. Non la B2. Piuttosto chiudo per fare una squadra di promozione a Roma con gli amici. Ma lo dico adesso. A 35 anni chissà».
Sta giocando da All Star. Sotto sotto spera in una chiamata?
«E’ uno dei grandi sogni. Sarebbe incredibile andarci, prima o poi. Non mi ossessiono».
Non è che la stimola la crescita di Gallinari e Belinelli? Lei è stato l’apripista della nuova ondata italiana...
«No, Beli è qui con me. Con Danilo ho un buon rapporto e mi fa piacere se gioca bene. Non voglio dimostrare di essere il n. 1 d’Italia, voglio confrontarmi con avversari come Shaquille O’Neal, Howard, Nowitzki. Devo pensare a marcare loro. Però contro New York voglio giocare bene. Forse è un meccanismo automatico, non razionale».
Voi nella Nba qui siete campioni, in Italia venite dopo una serie di Tiribocchi (senza voler offendere il buon attaccante). Non è ingiusto?
«Io penso a Totti, a quella che è la sua vita quotidiana. Non è facile. Non voglio sentirmi una stella hollywoodiana. Cioè, è bello, però mi basta qui, che devo uscire con la guardia del corpo, che non posso fare sempre quello che voglio. So di avere tanti tifosi in Italia, qualcuno ci considera esempi, ammirati. Del resto, non possiamo essere sempre presenti in tv».
Quando torna da noi la riconoscono?
«Sempre di più. Poi sono così alto che i dubbi si riducono. Magari non tutti associano subito la faccia al nome, però sanno chi sono».
Capitolo Nazionale. Non le chiedo se verrà o meno. E’ stato però importante che lei sia stato l’unico a esprimersi ed esporsi dopo l’ultimo tonfo. Ora che si sta cambiando sarebbe bene mutasse pure l’atteggiamento verso voi tre. Rispettare il vostro tipo di lavoro. Se avete un programma estivo dovreste poterlo fare.
«Bene, l’ha detto lei. Io aggiungo solo che abbiamo 90 partite, io spero di più. E che giochiamo tanti minuti. Poi i viaggi. Ma la Nazionale resta un onore supremo».
Ha sempre faticato, in azzurro.
«Ma non è basket diverso, cambiano gli spazi».
Come gestite questa vita?
«S’impara, devi saper ascoltare il tuo corpo. Soprattutto dormire quando puoi. Ma non sono sacrifici, non scherziamo».
Qui cos’ha imparato?
«Che non bisogna buttarsi via, che si rischia di perdere il contatto con la realtà. E’ un sogno, ma bisogna viverlo con concretezza ».
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 19/01/2010, 21:39
da Rickett
Bella intervista.
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 19/01/2010, 23:42
da gianluigi83
vanz ha scritto: Parla il cestista romano diventato giocatore insostituibile per Toronto
«L’All Star Game è il mio sogno»
NOSTRO INVIATO
PIERO GUERRINI
TORONTO. Il giorno dopo la vittoria contro Nowitzki. La splendida palestra d’allenamento con annessa sala pesi. Il Mago fa poco lavoro con la squadra - come gli altri che hanno giocato tanto -, molto però di recupero e con gli attrezzi. La Nba è questo. Subito dopo si vola a Cleveland. E domani si rigioca a Milwaukee. Due partite in 24 ore. Andrea Bargnani non si risparmia e quando i compagni hanno finito si mette a tirare. Poi, i giornalisti canadesi. Che chiedono se si diverta di più. Colpiti dalla sua nuova capacità di esprimere emozioni in campo. «Mi sento sempre più parte del progetto, più coinvolto». E’ tempo di sedersi per una chiacchierata serena e vera. Perché il Mago sarà stato chiuso ma ora, a 24 anni, un po’ meno.
Allora Bargnani, le hanno chiesto di Nowitzki.
«Una bella emozione, perché Dirk è un n. 1 ed è sempre stato un esempio. Ha superato i 20000 punti, qui. In difesa sono diventato più aggressivo, deciso. Ma la felicità vera è per la squadra. E credo che siamo soltanto all’inizio».
L’obiettivo è importante, allora?
«Sono convinto che possiamo migliorare e molto. Importante è cancellare quello zero, superare il primo turno dei playoff. Poi si vedrà. Molto però dipende dall’accoppiamento ».
Chi vorrebbe incontrare?
«Beh, con Orlando è partita stretta. Con Boston invece, non so perché, soffriamo. Poi c’è Cleveland che ha LeBron. E Atlanta, che non ha lunghi, è squadra strana e di talento».
Sensazione, potete essere la quarta forza a Est, la mina vagante per le potenze Cleveland, Boston e Orlando.
«Vediamo, siamo sopra il 50% e abbiamo avuto un calendario terribile. Ora ci aspettano due sfide toste, poi si vira. A febbraio siamo quasi sempre in casa. E’ il mese decisivo, ci dirà se siamo carne o pesce».
Quattro anni a Toronto, già.
«La città mi piace, la gente è disponibile. Ovvio, in quanto conosciuto magari non sono trattato come altri italiani. Però questo è un posto in cui le culture convivono bene. Poi c’è tranquillità. Certo, fa freddo. Ma in caso contrario verrebbero tutti. c’è tutto quello che serve a un ragazzo di 24 anni».
Cittadino del mondo?
«Ho lasciato Roma a 17 anni. Cittadino del mondo è bello, ma c’è il rovescio della medaglia. Devi staccarti sempre dagli affetti, riciclarti e ripartire. Una vita che rende più freddi».
Per quanto vorrà vivere così?
«Beh, essere un potenziale esempio è piacevole. Uno pensa di poter giocare sempre, ma fai i conti con il fisico. Allora dico che andrò avanti sino a che resto ad alto livello. Il che magari significa pure Europa, a fine carriera. Non la B2. Piuttosto chiudo per fare una squadra di promozione a Roma con gli amici. Ma lo dico adesso. A 35 anni chissà».
Sta giocando da All Star. Sotto sotto spera in una chiamata?
«E’ uno dei grandi sogni. Sarebbe incredibile andarci, prima o poi. Non mi ossessiono».
Non è che la stimola la crescita di Gallinari e Belinelli? Lei è stato l’apripista della nuova ondata italiana...
«No, Beli è qui con me. Con Danilo ho un buon rapporto e mi fa piacere se gioca bene. Non voglio dimostrare di essere il n. 1 d’Italia, voglio confrontarmi con avversari come Shaquille O’Neal, Howard, Nowitzki. Devo pensare a marcare loro. Però contro New York voglio giocare bene. Forse è un meccanismo automatico, non razionale».
Voi nella Nba qui siete campioni, in Italia venite dopo una serie di Tiribocchi (senza voler offendere il buon attaccante). Non è ingiusto?
«Io penso a Totti, a quella che è la sua vita quotidiana. Non è facile. Non voglio sentirmi una stella hollywoodiana. Cioè, è bello, però mi basta qui, che devo uscire con la guardia del corpo, che non posso fare sempre quello che voglio. So di avere tanti tifosi in Italia, qualcuno ci considera esempi, ammirati. Del resto, non possiamo essere sempre presenti in tv».
Quando torna da noi la riconoscono?
«Sempre di più. Poi sono così alto che i dubbi si riducono. Magari non tutti associano subito la faccia al nome, però sanno chi sono».
Capitolo Nazionale. Non le chiedo se verrà o meno. E’ stato però importante che lei sia stato l’unico a esprimersi ed esporsi dopo l’ultimo tonfo. Ora che si sta cambiando sarebbe bene mutasse pure l’atteggiamento verso voi tre. Rispettare il vostro tipo di lavoro. Se avete un programma estivo dovreste poterlo fare.
«Bene, l’ha detto lei. Io aggiungo solo che abbiamo 90 partite, io spero di più. E che giochiamo tanti minuti. Poi i viaggi. Ma la Nazionale resta un onore supremo».
Ha sempre faticato, in azzurro.
«Ma non è basket diverso, cambiano gli spazi».
Come gestite questa vita?
«S’impara, devi saper ascoltare il tuo corpo. Soprattutto dormire quando puoi. Ma non sono sacrifici, non scherziamo».
Qui cos’ha imparato?
«Che non bisogna buttarsi via, che si rischia di perdere il contatto con la realtà. E’ un sogno, ma bisogna viverlo con concretezza ».
il nuovo bargnani lo si vede dalla frase in cui dice:"voglio confrontarmi con shaq ,howard,il tedesco ecco vi invito a riguardare su youtube quale atteggiamento avesse in estate a nba news quando parlava di questi giocatori; io lo vidi quasi arrendevole come a dire con queti c'è poco da fare
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 25/01/2010, 10:19
da The Huge
Dopo la fantastica vittoria sui Lakers:
Bilini ha scritto:“Ci ha fatto vincere la partita e sono contentissimo per lui - ha spiegato Belinelli che ha legato tantissimo con Turkoglu e lo sostiene al 100% in un periodo di scarso rendimento -. Hedo è uno che fa vincere le partite e penso che adesso tutti l’abbiano capito. È uno che ha giocato nella Nba per dieci anni. Per lui è indifferente se lo fischiano o non lo fischiano”.
Bravo Marco!
Brother Hedo ha scritto:I know I have difficulties throughout the past couple of weeks but I always keep my confidence and put those behind and try to play my game the best way I can and help myself get going and help the team to get some wins
Re: L'angolo dell'intervista
Inviato: 25/01/2010, 11:28
da mighty
Bella l'intervista del Busto.
LOL @ quando dice che non sa perchè con Boston soffrano...
