Re: Stagione 2007-2008
Inviato: 23/04/2008, 16:04
Strameritato
I giocatori italiani di basket nella NBA: Andrea Bargnani, Marco Belinelli, Danilo Gallinari e Nicolò Melli...ma non solo
http://italianbasket.it/forum/
yi e villanueva giocan da 4 non da 3. Comunque l'associazione numero-squadra fino alla lottery la si fa tanto per, quando lo metton alla 6 fan solo una valutazione sul talento per ora.. visto che i bucks potrebbero anche sceglier per primi.REDDEN ha scritto:si pero' quel sito ne dice di caz....secondo loro il gallo verrà scelto alla 6 dai bucks che hanno piu' o meno in quel ruolo yi e villanueva...boh..poi non voglio entrare di nuovo nel meccanismo del draft ma se anche st'anno i seattle sceglieranno per secondi a mio avviso si "dopa" l'nba...
Condivido, con l'eccezione però di Cleveland fra le vincenti di conference, a cui LeBron (1 scelta assoluta) ha effettivamente cambiato la vita!RafT ha scritto: Per il "dopare" l'nba.. è pieno di squadre che han scelto tra le prime 3 per 3 o 4 anni di fila e non han combinato nulla di buono. I clippers tanto per far l'esempio più classico hanno avuto tante di quelle scelte altissime che se bastasse quello dovrebbero aver fondato dinastie più lunghe di quella dei celtics anni 50/60.
edit: le ultime squadre vincenti..
Spurs 1 prima scelta (duncan) e altri pescati nei bassifondi (parker e ginobili)
Miami: Nessuna scelta tra le prime 3, wade col 5 il resto via trade
detroit: Nessuna scelta altissima, l'unica che hanno avuto (via trade) la han sprecata con milicic
lakers: nessuna scelta propria altissima, tutto via trade (shaq) e kobe scelto da charlotte e comunque in basso.
chicago (entrambe le tranche): jordan alla 3, pippen e grant con le scelte 8 e 10, kukoc in basso, rodman da FA
Non vedo squadre che han scelto di continuo in alto aver successo, certo una buona scelta ti cambia la franchigia, ma sceglier a ripetizione non è garanzia di nulla.
Gallinari in Nba, una (prematura) scelta annunciata
di Carlo Genta
Allora Danilo se ne va. Incontro a un destino americano che era meravigliosamente scritto nelle stelle. Si trattava di capire tempi e modi e di questo ci piacerebbe ragionare, ora che sappiamo. Danilo Gallinari imbucherà la lettera con la quale si rende eleggibile: disposto a mettersi in coda con altri sbarbati universitari nel salone delle chiamate. Arriveranno i papaveri della Nba. Sputeranno i nomi. Lui si alzerà dal tavolo in giacca e cravatta e si calcherà sulla testa il berrettino della nuova squadra. «Vado adesso. Se entro nelle prime quindici chiamate resto con l'obiettivo di giocare subito. Oltre quella soglia delle quindici, non so. Forse prendo l'aereo di ritorno». Cosa che non succederà. La Nba non è il Festival di Sanremo. E nemmeno un giro elettorale in Italia. Sono mesi che gli scout compilano graduatorie e simulano il giorno delle chiamate. Non sono i nostri exit poll, ma roba di cui ci si può fidare: Danilo sarà uno dei primi cinque nomi, forse dei primi tre. Dunque il biglietto è di sola andata, perché a quel punto non si può dire di no, questa è legge - anche se non scritta - dai tempi in cui Naismith appese le ceste delle pesche inventando il basket. Sanno benissimo gli americani che Danilo è "the next big thing", la vera grande promessa della vecchia Europa. Nowitzky e oltre come nessuno, una frontiera inesplorata coi sui 20 anni da compiere ad agosto.
Per il nostro basket, come immagine, sarà pura manna. Brutto e brutale, ma vero: hanno fatto più grancassa al movimento, hanno strappato più pagine e spazi nei palinsesti l'ondivago Bargnani e il panchinaro fisso Belinelli dei titoli europei e delle medaglie olimpiche. Il personaggio più della squadra anche se grande.
Qui finisce il capitolo dei pro e ne comincia un altro. Gallinari finirà in una delle peggiori franchigie della Nba. Sono le regole: le prime a scegliere sono quelle con peggiore record. Forse Miami, forse New York e andrebbe già bene. Ma anche lì piano con le pretese: sarà un anno a raccogliere le magliette sudate in spogliatoio, magari senza aver nemmeno sporcato la sua. Cosa hai vinto, ragazzo, cosa hai già fatto in vita tua per venirci a chiedere subito qualcosa?
Avevamo un'altra speranza che cresceva, guardando Ginobili dominare la Lega, volando molto più in alto dello sciovinismo cestistico degli inventori del gioco. Ricordando Toni Kukoc, all'inizio mal sopportato dal geloso cast di Michael Jordan, diventare il perno e l'anima sopraffina di una delle più grandi squadre di tutti i tempi. Danilo fermati, aspetta. Prenditi l'Europa con Milano, magari tornata superpotenza sotto nuovi proprietari che pare siano finalmente sulla porta di casa. Oppure altrove, a Barcellona con Ettore Messina, o in Russia o in Grecia, con Obradovic, con Blatt, con Sergio Scariolo, con uno a scelta dei grandi maestri contemporanei. Giocare, imparare, crescere, vincere. Sentire che sapore ha uno scudetto, urlare sollevando una Coppa dei Campioni. Vivere e vincere da stella, perché nessuno oggi in Europa negherebbe questo status a Danilo. Come hanno fatto Toni Kukoc e Manu Ginobili. Come Danilovic. E prima di loro come il povero Drazen Petrovic, addirittura Sabonis con le ginocchia di cristallo e troppo feeling con la bottiglia, in tempi nei quali l'America aveva ancora le frontiere sbarrate e un inespugnabile senso di superiorità. Vincere, dominare. E poi andare, portandosi l'Europa nello zaino. E passare, magari a 22 o 23 anni, età nella quale i bravi studenti finiscono l'università, dalla porta principale. Altro che scelte, cappellini, maglie sudate e panchina propedeutica. Una cosa è l'arrivo del miglior prospetto europeo, altra è l'ingresso nella Nba di Mister Europa. Tappeto rosso che gli americani avrebbero srotolato subito come davanti a un nuovo Lebron James.
Tempo, cervello, personalità e talento giocavano a favore di Danilo Gallinari e di questo sogno. Chissà se c'è ancora spazio per afferrarlo.
The Huge ha scritto:Bell'articolo comparso oggi sul Sole24ore.
Gallinari in Nba, una (prematura) scelta annunciata
di Carlo Genta
Allora Danilo se ne va. Incontro a un destino americano che era meravigliosamente scritto nelle stelle. Si trattava di capire tempi e modi e di questo ci piacerebbe ragionare, ora che sappiamo. Danilo Gallinari imbucherà la lettera con la quale si rende eleggibile: disposto a mettersi in coda con altri sbarbati universitari nel salone delle chiamate. Arriveranno i papaveri della Nba. Sputeranno i nomi. Lui si alzerà dal tavolo in giacca e cravatta e si calcherà sulla testa il berrettino della nuova squadra. «Vado adesso. Se entro nelle prime quindici chiamate resto con l'obiettivo di giocare subito. Oltre quella soglia delle quindici, non so. Forse prendo l'aereo di ritorno». Cosa che non succederà. La Nba non è il Festival di Sanremo. E nemmeno un giro elettorale in Italia. Sono mesi che gli scout compilano graduatorie e simulano il giorno delle chiamate. Non sono i nostri exit poll, ma roba di cui ci si può fidare: Danilo sarà uno dei primi cinque nomi, forse dei primi tre. Dunque il biglietto è di sola andata, perché a quel punto non si può dire di no, questa è legge - anche se non scritta - dai tempi in cui Naismith appese le ceste delle pesche inventando il basket. Sanno benissimo gli americani che Danilo è "the next big thing", la vera grande promessa della vecchia Europa. Nowitzky e oltre come nessuno, una frontiera inesplorata coi sui 20 anni da compiere ad agosto.
Per il nostro basket, come immagine, sarà pura manna. Brutto e brutale, ma vero: hanno fatto più grancassa al movimento, hanno strappato più pagine e spazi nei palinsesti l'ondivago Bargnani e il panchinaro fisso Belinelli dei titoli europei e delle medaglie olimpiche. Il personaggio più della squadra anche se grande.
Qui finisce il capitolo dei pro e ne comincia un altro. Gallinari finirà in una delle peggiori franchigie della Nba. Sono le regole: le prime a scegliere sono quelle con peggiore record. Forse Miami, forse New York e andrebbe già bene. Ma anche lì piano con le pretese: sarà un anno a raccogliere le magliette sudate in spogliatoio, magari senza aver nemmeno sporcato la sua. Cosa hai vinto, ragazzo, cosa hai già fatto in vita tua per venirci a chiedere subito qualcosa?
Avevamo un'altra speranza che cresceva, guardando Ginobili dominare la Lega, volando molto più in alto dello sciovinismo cestistico degli inventori del gioco. Ricordando Toni Kukoc, all'inizio mal sopportato dal geloso cast di Michael Jordan, diventare il perno e l'anima sopraffina di una delle più grandi squadre di tutti i tempi. Danilo fermati, aspetta. Prenditi l'Europa con Milano, magari tornata superpotenza sotto nuovi proprietari che pare siano finalmente sulla porta di casa. Oppure altrove, a Barcellona con Ettore Messina, o in Russia o in Grecia, con Obradovic, con Blatt, con Sergio Scariolo, con uno a scelta dei grandi maestri contemporanei. Giocare, imparare, crescere, vincere. Sentire che sapore ha uno scudetto, urlare sollevando una Coppa dei Campioni. Vivere e vincere da stella, perché nessuno oggi in Europa negherebbe questo status a Danilo. Come hanno fatto Toni Kukoc e Manu Ginobili. Come Danilovic. E prima di loro come il povero Drazen Petrovic, addirittura Sabonis con le ginocchia di cristallo e troppo feeling con la bottiglia, in tempi nei quali l'America aveva ancora le frontiere sbarrate e un inespugnabile senso di superiorità. Vincere, dominare. E poi andare, portandosi l'Europa nello zaino. E passare, magari a 22 o 23 anni, età nella quale i bravi studenti finiscono l'università, dalla porta principale. Altro che scelte, cappellini, maglie sudate e panchina propedeutica. Una cosa è l'arrivo del miglior prospetto europeo, altra è l'ingresso nella Nba di Mister Europa. Tappeto rosso che gli americani avrebbero srotolato subito come davanti a un nuovo Lebron James.
Tempo, cervello, personalità e talento giocavano a favore di Danilo Gallinari e di questo sogno. Chissà se c'è ancora spazio per afferrarlo.
lol, potresti anche spiegare perchè non lo sei.lol ha scritto:Direi che non condivido nulla.
Anche io pensavo che lo avrebbero dato a Pekovic, non fosse altro perchè il Partizan ha fatto più strada dell'Olimpia. In ogni caso si tratta di due fortissimi giocatori e magari la maggiore "pubblicità" di cui gode l'italiano lo ha favorito.lol ha scritto:L'avrei dato a Pekovic perchè è stato uno dei trascinatori del Partizan, avendo fatto più strada in EL e impressionando moltissimo.
Tuttavia anche il premio a Danilo ,che in quelle poche partite disputate ha giocato davvero bene, non mi sembra empio.