Ottima spiegazione. Io ripeto la mia posizione: sono contro l'uso o abuso di statistiche, specie quelle semplificate. Sono d'accordo sullappiattiemtno delle variabili sul lungo termine, come in ricerca medica hai il size effect. Però in ricerca medica usano parecchie formule per eliminare quante più variabili possibili, mentre negli sport è molto più difficile (prendi un PER serio): come misuri la fatica come variabile? Non tutti i giocatori si affaticano allo stesso modo. Eppure la fatica ti fa sbagliare un tiro, ti fa perdere un pallone.... Raccogliere questi dati vuol dire assumere che tutti i giocatori (a prescindere da stazza, tipo di allenamento, ecc.) siano nelle stesse condizioni su 48 minuti. Una statistica paragonabile in scienza e medicina non c'è. Quando si trova (prendiamo i modelli meteorologici, per esempio, come una specie di PER)' allora si parla di previsione, stima, ma non di dati esatto. Il problema nasce qui. Prendo l'esempio del Mago ma non per farne le difese: quale sarebbe stato il suo PER se avesse giocate le prime 29 partite e non le ultime? Il campione sarebbe sempre lo stesso (29), ma tutte le variabili non misurabili sarebbero stravolte (no garbage, in campo con Melo, ecc); i dati si sarebbero, come dici tu, normalizzati ma il risultato potrebbe essere stato parecchio diverso. Le statistiche da te riportate dicono che Andrea non ha fatto la differenza in campo: vero. Le statistiche da te riportate dicono che Andrea è un pessimo giocatore: falso. Sfigato magari, ma non pessimo.serpico ha scritto:Partiamo da un presupposto, se non si fosse capito. Sono un fan totale della statistica, in ogni campo, incluso quello medico e di ricerca (di cui faccio parte e che applico tutti i giorni) e quello sportivo.
E la statistica, anche e soprattutto nel basket, aiuta (aiuta) a capire meglio delle situazioni che si sono percepite, che magari si sono solo intuite o che, nel peggiore dei casi, non si sono palesate a “occhio nudo”.
Non sono un fan delle statistiche artificiose e surrogate, vedi il PPER (con questo dire che Karl Malone era una chiavica e, per proprietà transitiva, anche Stockton, è una bestemmia inascoltabile) e non mi piace nemmeno, così a occhio, l’indice Grinta (che vedo però piace a molti; poi, però, se il Mago dovesse essere il peggiore anche in quella, non voglio sentire parlare di stenografi, giovani marmotte, complotti).
Viceversa, il Plus Minus, o meglio per non confondersi con il Plus Minus semplificato, l’ON/OFF court differenziale, non solo è una variabile importante, ma forse è, tra tutte, la variabile più importante.
Consente di fare una cosa molto semplice:
a partire da dati oggettivi semplici
media pesata per numero di possessi (e in genere proporzionata a 100 possessi) o di minuti (e in genere proporzionata a 36 minuti) di ((punti fatti con X in campo – punti subiti con X in campo)– (punti fatti con X in panchina – punti subiti con X in panchina)
e quindi non sensibili a possibili errori nelle convenzioni di raccolta dato (così sgombriamo subito il campo dagli equivoci delle "giovani" marmotte), è in grado di fornire una stima (stima) attendibile dell’impatto che tale giocatore ha avuto sulla squadra.
Con possibilità ovviamente di avere indici positivi anche se la squadra perde. Per esempio, se se la squadra fa -5 con X in campo e -15 con X fuori, il numero relativo di X è +10 (da proporzionare chiaramente al numero di possessi o di minuti giocati, come dicevo prima).
Se nella singola partita, come dicevo, tale statistica è affetta da numerosissime variabili che possono spostare in maniera casuale la tendenza verso il + e verso il -, a lungo termine, con il progressivo appiattimento degli effetti dovuti dal caso, si genera invece un valore assolutamente non casuale. Ripeto, non casuale.
Del resto è quello che succede con tutti i numeri. Un giocatore scarso da 3, in una singola partita potrà anche avere il 100% da 3, ma nel lungo periodo, inevitabilmente, le sue percentuali scenderanno, viceversa Korver può anche tirare 0/6 da 3, ma a fine stagione, le sue percentuali si avvicineranno al loro valore reale.
Non c’è altra statistica che, come l’ON/OFF court differenziale (che pur qualche valore apparentemente anomalo lo può generare), è in grado di sintetizzare in un solo numero il rendimento di un giocatore.
Basti pensare che tra i primi venti di questa stagione, con calcolo proporzionato a 100 possessi, ci sono:
James Harden, Stephen Curry, LeBron James (in pratica i più seri candidati all’MVP), Chris Paul, Anthony Davis, Draymond Green, Russell Westbrook, Kawhi Leonard, John Wall, Kyle Korver, Damian Lillard, Paul Millsap, DeMarcus Cousins, Tim Duncan, Jimmy Butler.
Ripeto, quale altro ranking è in grado di mettere in fila tali giocatori?
Ora, non c’è bisogno di dire che, per esempio, Duncan ha impatto sugli Spurs perché a un differenziale elevato. Si deve invece dire che, visto che Duncan ha impatto sugli Spurs, egli ha un differenziale elevato.
Caso esattamente contrario quello di Andrea, sul quale molti invece dicono: visto che non ha impatto sulla squadra, egli ha un differenziale negativo. E così in effetti è, e non solo da quest’anno, ahimè.
Da qui sorgeva la mia domanda, come mai il Mago nemmeno quest’anno ha avuto differenziale positivo? Nonostante compagni così scarsi? Anzi, come mai è stato in assoluto il peggiore di tutti i Knicks?
La risposta più gettonata (oltre a quelle nichiliste sul nulla ha senso) è stata quella dell’effetto garbage, ipotesi che purtroppo muore nel momento in cui si fa la subgroup analysis restringendo il campione alle gare maggiormente equilibrate (Gabbo, la sotto-analisi la si fa per contestare o rafforzare l’overall analysis, è questa la differenza), che evidenzia ancora trend negativi del Mago.
Qualche altra ipotesi?
Preferite video e schermate?
Anche io, quindi prego, accomodatevi, cosa aspettate a postare? Non vedo l’ora di leggervi.
Qua invece leggo solo tante chiacchiere superficiali, senza un briciolo di supporto consistente a ciò che si sostiene e al massimo si fanno ragionamenti per assurdo con finalità antitetiche, laddove non distruttive.
Insomma, io già lo so. Ma provate lo stesso a convincermi che il Mago è fortissimo.
Hai citato Draymond Green (io l'ho visto solo nelle finali): se avesse giocato solo che a Houston, col cavolo che si sarebbe visto il suo nome tra quelli citati. Di nuovo, la variabile "squadra" non è stata misurata.
Hai ragione a dire che c'è del vero nelle statistiche, ma se paragoni il modo di raccogliere statistiche in campo scientifico con quello. In campo sportivo, ti rendi conto che nell'ultimo si lascia ancora parecchio al caso
