Stats - Quando l'NBA dà i numeri

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wisconsin
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da wisconsin »

serpico ha scritto:Partiamo da un presupposto, se non si fosse capito. Sono un fan totale della statistica, in ogni campo, incluso quello medico e di ricerca (di cui faccio parte e che applico tutti i giorni) e quello sportivo.

E la statistica, anche e soprattutto nel basket, aiuta (aiuta) a capire meglio delle situazioni che si sono percepite, che magari si sono solo intuite o che, nel peggiore dei casi, non si sono palesate a “occhio nudo”.

Non sono un fan delle statistiche artificiose e surrogate, vedi il PPER (con questo dire che Karl Malone era una chiavica e, per proprietà transitiva, anche Stockton, è una bestemmia inascoltabile) e non mi piace nemmeno, così a occhio, l’indice Grinta (che vedo però piace a molti; poi, però, se il Mago dovesse essere il peggiore anche in quella, non voglio sentire parlare di stenografi, giovani marmotte, complotti).

Viceversa, il Plus Minus, o meglio per non confondersi con il Plus Minus semplificato, l’ON/OFF court differenziale, non solo è una variabile importante, ma forse è, tra tutte, la variabile più importante.

Consente di fare una cosa molto semplice:

a partire da dati oggettivi semplici

media pesata per numero di possessi (e in genere proporzionata a 100 possessi) o di minuti (e in genere proporzionata a 36 minuti) di ((punti fatti con X in campo – punti subiti con X in campo)– (punti fatti con X in panchina – punti subiti con X in panchina)


e quindi non sensibili a possibili errori nelle convenzioni di raccolta dato (così sgombriamo subito il campo dagli equivoci delle "giovani" marmotte), è in grado di fornire una stima (stima) attendibile dell’impatto che tale giocatore ha avuto sulla squadra.

Con possibilità ovviamente di avere indici positivi anche se la squadra perde. Per esempio, se se la squadra fa -5 con X in campo e -15 con X fuori, il numero relativo di X è +10 (da proporzionare chiaramente al numero di possessi o di minuti giocati, come dicevo prima).

Se nella singola partita, come dicevo, tale statistica è affetta da numerosissime variabili che possono spostare in maniera casuale la tendenza verso il + e verso il -, a lungo termine, con il progressivo appiattimento degli effetti dovuti dal caso, si genera invece un valore assolutamente non casuale. Ripeto, non casuale.

Del resto è quello che succede con tutti i numeri. Un giocatore scarso da 3, in una singola partita potrà anche avere il 100% da 3, ma nel lungo periodo, inevitabilmente, le sue percentuali scenderanno, viceversa Korver può anche tirare 0/6 da 3, ma a fine stagione, le sue percentuali si avvicineranno al loro valore reale.

Non c’è altra statistica che, come l’ON/OFF court differenziale (che pur qualche valore apparentemente anomalo lo può generare), è in grado di sintetizzare in un solo numero il rendimento di un giocatore.

Basti pensare che tra i primi venti di questa stagione, con calcolo proporzionato a 100 possessi, ci sono:
James Harden, Stephen Curry, LeBron James (in pratica i più seri candidati all’MVP), Chris Paul, Anthony Davis, Draymond Green, Russell Westbrook, Kawhi Leonard, John Wall, Kyle Korver, Damian Lillard, Paul Millsap, DeMarcus Cousins, Tim Duncan, Jimmy Butler.

Ripeto, quale altro ranking è in grado di mettere in fila tali giocatori?


Ora, non c’è bisogno di dire che, per esempio, Duncan ha impatto sugli Spurs perché a un differenziale elevato. Si deve invece dire che, visto che Duncan ha impatto sugli Spurs, egli ha un differenziale elevato.

Caso esattamente contrario quello di Andrea, sul quale molti invece dicono: visto che non ha impatto sulla squadra, egli ha un differenziale negativo. E così in effetti è, e non solo da quest’anno, ahimè.

Da qui sorgeva la mia domanda, come mai il Mago nemmeno quest’anno ha avuto differenziale positivo? Nonostante compagni così scarsi? Anzi, come mai è stato in assoluto il peggiore di tutti i Knicks?

La risposta più gettonata (oltre a quelle nichiliste sul nulla ha senso) è stata quella dell’effetto garbage, ipotesi che purtroppo muore nel momento in cui si fa la subgroup analysis restringendo il campione alle gare maggiormente equilibrate (Gabbo, la sotto-analisi la si fa per contestare o rafforzare l’overall analysis, è questa la differenza), che evidenzia ancora trend negativi del Mago.

Qualche altra ipotesi?

Preferite video e schermate?

Anche io, quindi prego, accomodatevi, cosa aspettate a postare? Non vedo l’ora di leggervi.

Qua invece leggo solo tante chiacchiere superficiali, senza un briciolo di supporto consistente a ciò che si sostiene e al massimo si fanno ragionamenti per assurdo con finalità antitetiche, laddove non distruttive.

Insomma, io già lo so. Ma provate lo stesso a convincermi che il Mago è fortissimo.
Ottima spiegazione. Io ripeto la mia posizione: sono contro l'uso o abuso di statistiche, specie quelle semplificate. Sono d'accordo sullappiattiemtno delle variabili sul lungo termine, come in ricerca medica hai il size effect. Però in ricerca medica usano parecchie formule per eliminare quante più variabili possibili, mentre negli sport è molto più difficile (prendi un PER serio): come misuri la fatica come variabile? Non tutti i giocatori si affaticano allo stesso modo. Eppure la fatica ti fa sbagliare un tiro, ti fa perdere un pallone.... Raccogliere questi dati vuol dire assumere che tutti i giocatori (a prescindere da stazza, tipo di allenamento, ecc.) siano nelle stesse condizioni su 48 minuti. Una statistica paragonabile in scienza e medicina non c'è. Quando si trova (prendiamo i modelli meteorologici, per esempio, come una specie di PER)' allora si parla di previsione, stima, ma non di dati esatto. Il problema nasce qui. Prendo l'esempio del Mago ma non per farne le difese: quale sarebbe stato il suo PER se avesse giocate le prime 29 partite e non le ultime? Il campione sarebbe sempre lo stesso (29), ma tutte le variabili non misurabili sarebbero stravolte (no garbage, in campo con Melo, ecc); i dati si sarebbero, come dici tu, normalizzati ma il risultato potrebbe essere stato parecchio diverso. Le statistiche da te riportate dicono che Andrea non ha fatto la differenza in campo: vero. Le statistiche da te riportate dicono che Andrea è un pessimo giocatore: falso. Sfigato magari, ma non pessimo.
Hai citato Draymond Green (io l'ho visto solo nelle finali): se avesse giocato solo che a Houston, col cavolo che si sarebbe visto il suo nome tra quelli citati. Di nuovo, la variabile "squadra" non è stata misurata.
Hai ragione a dire che c'è del vero nelle statistiche, ma se paragoni il modo di raccogliere statistiche in campo scientifico con quello. In campo sportivo, ti rendi conto che nell'ultimo si lascia ancora parecchio al caso
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da mago romano »

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"Mago cossa ti disi ghe rispondemo a coso, come xe ciamelo, Serpe?"

"No me ricordo come xe ciama, me ricordo solo na mona nordica, del '70 al Cavalin. Coso ga dito che xe esperto de statistica, el sa tuto e xe anca dotor, ricercator, un genio dei numeri" Anca se mi me pareva che non capisse un casso de basket, ma ciò, se el xe dotor, alora ....."

"Pensa, i me ga dito che el ga dimostrà statisticamente e scientificamente che Lebron e Dancan i xe proprio bravi e che bisogna farli zogar 98 minuti per partia così se vinse de più"

"Ma ga fato anca i calcoli per capirlo? A mi Messina in palestra me gaveva dito ...."

Messina, quelo degli Spurs? Ma dai casso, no sta contar fiabe, mona. Bisogna fare i calcoli per capirlo Lebròn, se tuta na question de più e demeno ma non queli semplici, queli inteligenti, per posesso"

"Sesso?"

No, mona! PoSESSO. Saria co ti ga ele balon e ti segni opure ti ghelo ciavi a staltri"

"Ah ciavar, si. Mi me piase ciavar ma no el balon."

"Sempre a quelo ti pensi."

"Ah, va ben.... Ma i me pareva che Giordan e Bird fosse più bravi!"

"Ma no, mona, bisogna prima far i calcoli"

"Ma non bastava vardar le partite? E poi ghe gera anche la canzon BI LAIC MAIC, LAIC MAIC, BI LAIC MAIC"

"NO, Speta adesso domandemo al dotor Coso, che fa i calcoli co Sciuman, e poi i ne dise lori se i gera bravi"

"Ma anca mi gero braveto a far i conti. Pensa che go tegnuo delle lezioni de Bisness Intelligens e Data Ueraus a la Sapiensa a Roma"

"Tasi mona, ti te confondi, gera el telefilm del Dotor Aus. El dotor Coso ga dito che no ti capissi nulla de statistica"

"Va ben, ma mi me pareva che Bird e Giordan i fosse braveti ostia!"

"Va ben dai, e stasera cosa femo? Se vardemo quelo che ne piase a noialtri, anca se el dotor ne ga dimostrà che xe el pippon del ENBIEI!"

"Shhhhh, tasi, mona, no sta parlar del Mago in giro se no el dotor se rabia."

"El Dotor? Saria Giulius Irvin? Pensa che mi zogavo col 6 perchè me piaseva el Dotor Gei?"

"Ma no mona, xe quelo quelo che capisse le partite senza vardarle, pensa che inteligente. Le varda coi numeri degli esperti, saria i dotori"

"Eh no casso! Me ga dito Wisky, quelo che sta in America, che questi i varda el basket co la Plei e le mone su iuporn.

Secondo mi i xe tuti orbi, bruti, bassi e peochi.

Mi so ancora vecia maniera. Dai ciamemo el Cruco. Forza Mago, ostia, e w la mona!"
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da Mike »

Ottimo Serpico, analisi molto precisa.

Secondo me questo dato sul Mago si basa molto su un fatto psicologico che chiamerei il fattore smonamento, che dalle mie parti si puo' riassumere come annoiarsi misto a un po' di depressione.

Non so se si riesca (probabilmente si) ad estrapolare i valori del mago quando vince o quando perde, con 8 stagioni alle spalle si puo' ottenere un numero congruo di dati.

Forse da quello si potrebbe capire meglio.
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da ernie »

wisconsin ha scritto: come misuri la fatica come variabile? Non tutti i giocatori si affaticano allo stesso modo. Eppure la fatica ti fa sbagliare un tiro, ti fa perdere un pallone....
Scusa, ma l'eventuale incidenza della fatica è già compresa nel risultato delle prestazioni di un giocatore. Se sei il suo preparatore, ti interessa; se devi comprarlo o valutarlo sull'interezza della sua carriera, no. Se il suo affaticamento è così ricorrente da essere determinante, puoi concludere che, per quanto il giocatore ti piaccia in teoria, non è adatto al livello della competizione. Ma non si può valutare un giocatore al netto della fatica. Non ha senso astrarre dalla realtà un valore immaginario, che non si incarnerà mai.
Ultima modifica di ernie il 07/08/2015, 14:03, modificato 1 volta in totale.
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da mago romano »

Se non è chiaro.

Tutto nel basket si misura. Ma all'interno delle squadre e da decenni, se vogliamo forzare un po' il concetto, anche la fatica.

Fine anni 80.
Dan Peterson aveva posto limiti a Bob McAdoo per essere efficace negli ultimi 5 minuti in campo nelle partite importanti.
Non si trattava tanto di limite di minuti, anche se ad un certo punto della carriera a Milano di McAdoo, anche per quello è stato stabilito il numero di 34.
Ovviamente, per lo sport e il basket, le situazioni non sono prevedibili ma analizzabili, ma con tutte le deroghe in partita del caso, i numeri vincolanti "imposti" a Bob erano 14 e 17.
14 era il numero "ideale" di tiri che doveva prendersi fino al 35'.
17 era il numero ideale di tiri che doveva prendersi fino al 40'.
Ovviamente NON c'era la minaccia reale della sostituzione, ma Peterson diceva sempre a Bob che se arrivava a 17 al 35' lo toglieva e lo rimetteva in campo solo per l'ultima azione, in attacco, dopo un giusto riposo.
I numeri NON nascevano dall'intuizione empirica. Dietro c'era un lavoro approfondito di scouting, si ,quello che facevano anche i ragazzini a Mestre, di analisi dei dati, di ipotesi e di valutazioni.

Fonte di tutto ciò un allenatore responsabile del settore giovanile a Milano, che poi arriverà a Mestre, si chiama Giampiero, è quello che ha suggerito di usare Casarin a 16 in serie A.
E' semplicemente una persona che, dopo 20 anni di palestra ad altissimo livello, ha sviluppato una società di servizio di scouting, messo a disposizione di diversi club NBA e dell'Eurolega. Era un cretino che come me in quel settore giovanile rilevava insieme ai ragazzi alcuni numerelli.

Ma qualcuno ci sta spiegando come applicare la statistica allo sport, in modo cestisticamente ridicolo. Siamo così lontani dallo scouting e dall'analisi delle informazioni sportive. Non provo tenerezza per chi, con enorme prosopopea, spara quelle che eufemisticamente sono 'na marea de cagate cestistiche. Lo statistico, in ambito anche NON sportivo (bancario, finanziario, demografico etc) deve essere in grado di raccogliere le dimensioni di analisi, i pesi e i parametri giusti, per sviluppare un modello analitico corretto,da mettere a disposizione di chi di basket ci capisce. Se lo statistico si erge a conoscitore della materia NON statistica, partendo dalla statistica stessa, ma senza conoscere la materia specifica, rischia di usare parametri scorretti e di creare pippe statistiche colossali, con elaborazioni e risultati assolutamente fuori dalla realtà.

W il MAGO statisticamente pippone!
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da Mikele »

serpico ha scritto:P

Viceversa, il Plus Minus, o meglio per non confondersi con il Plus Minus semplificato, l’ON/OFF court differenziale, non solo è una variabile importante, ma forse è, tra tutte, la variabile più importante.
.
Io mi sarei pure scocciato
Bene, vuoi valutare un giocatore con quell'indicatore?
Padronissimo

Prima però mi spieghi un dato
Il sample size di una pèartia non ti basta
Di una serie nemmeno

Ti va se ti porto il sample size di una intera annata di una squadra?

Ok, è il 2013/2014
E questa è la squadra, con i suoi plus/minus e on/off differenziali
E siccome è la variabile più importante dovresti spiegarmi perchè cacchio quei 2 titolari giocassero tanto (un coach con uno staff statistico incredibile non se n'è accorto?)

http://www.82games.com/1314/1314SAS.HTM

Quinta e settima riga

Saluti dalla giovane marmotta

p.s. AH già
Visto che quella classifica mette i migliori ecc come mai quei due sono a -2.2 e in calssifica non c'erano?
Scarsotti, vero? Probabilmente
16.2.2014
viewtopic.php?f=16&t=2578&start=1605

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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da skip to my lou »

serpico ha scritto:
Non sono un fan delle statistiche artificiose e surrogate, vedi il PPER (con questo dire che Karl Malone era una chiavica e, per proprietà transitiva, anche Stockton, è una bestemmia inascoltabile) e non mi piace nemmeno, così a occhio, l’indice Grinta (che vedo però piace a molti; poi, però, se il Mago dovesse essere il peggiore anche in quella, non voglio sentire parlare di stenografi, giovani marmotte, complotti).

nessuno dice che malone è una chiavica, è un semplice esempio per dimostrare che le statistiche in un gioco di squadra valgono fino a un certo punto.. ci sono troppi intangibles che non possono essere calcolati e che possono falsare le valutazioni.
io non sono a priori contro le statistiche, sono contro l'uso che se ne fa, sono contro l'utilizzo di esse per descrivere un giocatore, mago o non mago che sia.
ultimamente c'è un utilizzo sfrenato della statistica, forse perchè un semplice numerino è molto più diretto e efficace per far presa sulle "pance" delle persone rispetto a una lunga e approfondita analisi del gioco e del gicoatore e, soprattutto, è molto adatto ad essere veicolato tramite smartphone e tablet che sono ormai i principali sistemi di informazione con cui raggiungere sempre più persone alle quali è più facile raccontare una partita facendogli leggere due numerini e far vedere un grafico piuttosto che propinargli un play by play che lo annoierebbe a morte (e che la maggior parte degli utenti non capirebbe, quindi meno interesse, quindi meno visualizzazioni, quindi meno soldi da mettere nel carrozzone nba)
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da Mikele »

Diimenticavo l'aneddoto (nemmenotanto OT)
Un mio corrispondente texano mi ha raccontato una storia un paio di settimane fa
Pare che Pop 4 mesi fa abbia licenziato in tronco uno statistico (uno del famoso staff)
E pare 8dico pare) che a questo gliene sina success di tutti i colori

1) Ha provato a trovare lavoro restando nell'ambito del basket presentando la lettera di referenze di Pop
Ma tutti gli ridevano in faccia, anche i bambini delle elematri
Sulle referenze c'era scritto "Otimo statistico, me ne separo a malincuore. E' lui che mi ha suggerito di sostituire nel quintetto Tim e Parker con Diaw e Mills perchè avevano un miglior impatto in base alla nota statistica On/Off court per il secondo anno di fila"

2) Siccome bisogna pur mangiare si è dato alla ristorazione: cuoco in un McDonald.
Gli han spiegato che l'hamburger va cotto 1 minuto, non di più, non di meno
Quando il proprietario gli ha fatto notare che un hamburger crudo su un lato e carbonizzato dall'altro non era il massimo della vita, lui ha risposto serafico che l'hamburger statisticamente era ben cotto.
Il proprietario (un simpaticone irlandese) lo ha licenziato dopo avergli ricordato che anche se aveva il naso rotto rientrava statisticamente nei canoni estetici americani

3) alla fine è andato a fare il parcheggiatore in un albergo di lusso.
Per sua disgrazia è sfrecciato con la Ferrari di un boss della droga messicano facendosi vedere mentre era al cell.
Quando il boss si è un attimo risentito per la botta alla carrozzeria lui ha risposto che era una vera stranezza statistica e che non pensava proprio che potesse ammaccare ANCHE la quarta macchina della giornata, il 4/4 era una anomalia
Il boss è stato magnanimo e, dopo avergli fatto rompere un tot di ossa, gli ha ricordato che le fratture riguardavano solo il 10% delle sue ossa e quindi lui era statisticamente abbastanza sano

Ora è in ospedale, non so dirvi statisticamente quando ne uscirà (l'ON/OFF hospital è difficilissimo da calcolare)
16.2.2014
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da black panther »

Peccato sto post sia andato un po' in vacca, gli spunti sono interessanti.

Serpico, capisco il ragionamento che fai qui e che spiega il senso del +/-.
D'accordo con il precisare il concetto di "stima" e l'importanza della numerosità del campione.
Ma come la metti -rimanendo all'esempio da te scelto- con il fatto che il +/- individuale dipende strettamente da numerose variabili -e da intangibles non misurabili- dei tuoi compagni di squadra e degli avversari?
Non sono più affidabili per misurare l'impatto individuale le principali statistiche semplici (punti, rimbalzi, assist) calcolate e ponderate sul lungo periodo?
serpico
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da serpico »

wisconsin ha scritto: Le statistiche da te riportate dicono che Andrea è un pessimo giocatore
Assolutamente no. Quei dati rappresentano un valore pessimo, le cui interpretazioni possono essere molteplici (era del resto quello che cercavo dagli altri utenti: possibili interpretazioni). Potrebbe essere semplicemente che il Mago, pur essendo di una spanna migliore degli altri, avesse un’alchimia con gli altri prossima allo zero (vuoi per caratteristiche, vuoi perché, causa infortuni, ci ha giocato poco insieme). Oppure, potrebbe darsi, come dice Mike, che abbia impattato il fattore psicologico, quel misto di noia e svogliatezza (di cui peraltro vado matto :lol: ) del Mago ancora troppo europeo per riuscire a appassionarsi a finali di stagione senza motivazioni di squadra, anche laddove di motivazioni personali avrebbe dovuto trovarne a pacchi. Oppure chissà cos'altro. Però, l’enigma degli enigmi rimane. Sarebbe del resto una follia pensare che la scarsa considerazione NBA (relativamente, è pur sempre alla decima stagione, giocando quasi sempre titolare) nasca solo dai numeri, ma è anche folle pensare che qualsiasi analista abbia tempo / voglia / necessità di guardarsi 82 gare del Mago all’anno, con sguardo one player-centered, come molto di noi hanno fatto in questi anni.


black panther ha scritto:
Serpico, capisco il ragionamento che fai qui e che spiega il senso del +/-.
D'accordo con il precisare il concetto di "stima" e l'importanza della numerosità del campione.
Ma come la metti -rimanendo all'esempio da te scelto- con il fatto che il +/- individuale dipende strettamente da numerose variabili -e da intangibles non misurabili- dei tuoi compagni di squadra e degli avversari?
Non sono più affidabili per misurare l'impatto individuale le principali statistiche semplici (punti, rimbalzi, assist) calcolate e ponderate sul lungo periodo?
Parto da un punto: i famosi intangibles. Questi sono le così dette cose buone fatte in campo che non si traducono in numeri individuali, ma che comunque hanno un effetto positivo sulla squadra. Per esempio una buona chiusura difensiva o la perfetta esecuzione di una schema difensivo che causa un TO o un tiro sbagliato, oppure un blocco perfetto, che permette una conclusione facile, non generano numeri individuali, ma, se realmente hanno un effetto positivo, generano numeri di squadra. Questo necessariamente influirà positivamente sul differenziale ON / OFF court, magari non nella singola gara, ma a lungo termine, laddove la capacità di produrre intangibles è reale e sistematica.

Per quanto riguarda i tuoi compagni di squadra e gli avversari, questo secondo me è un falso problema. Chi gioca mediamente di più con i compagni più forti, da un lato ne trae sicuramente un vantaggio, ma dall’altro è vero altrettanto che si troverà davanti per un numero di minuti più elevato i giocatori avversari mediamente più forti.

Da questo punto di vista è paradigmatico l’esempio Spurs 2013/2014:

http://www.basketball-reference.com/tea ... 14/on-off/

I giocatori titolari, come Duncan e Parker, hanno avuto mediamente valori inferiori a giocatori fuori quintetto, come Ginobili e Mills. Questo non significa che i primi due non abbiano avuto impatto (il Plus Minus assoluto di entrambi rimane chiaramente positivo), ma che, semplificando il concetto, i titolari Spurs davano mazzate ai titolari avversari, ma le seconde linee Spurs ne davano ancora di più alle seconde linee avversarie. Ed è effettivamente quanto successo, basta ricordare il trend nella galoppata irreale degli Spurs di quell’annata. In quella stagione, le seconde linee Spurs sono state impressionanti e hanno fatto la differenza (appunto).


Questo ci dice anche che il Plus Minus personale va sempre letto nel contesto di squadra e mai singolarmente (e, non a caso, ho mostrato il Plus Minus del Mago, contestualizzandolo come il peggiore di tutti i Knicks in quelle famose 29 gare).


Non tutti però condividono il mio pensiero. Molti, come te, sostengono che sia sempre necessario correggere per le variabili di confondimento "ambientali". Va infatti di moda da qualche tempo il cosidetto Real Plus Minus. Questo parametro è aggiustato per alcuni possibili confondenti, inclusi gli effects of each teammate and opposing players.


Trovi una descrizione del razionale qui, se ti interessa:
http://espn.go.com/nba/story/_/id/10740 ... plus-minus



Peraltro, con tale aggiustamento, Duncan, nel 2013/2014, è al nono posto della classifica generale.
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da Gabbo »

possibili interpretazioni
Personalmente ti avevo scritto che nelle partite/tabellini che guardavo, ho notato come spesso ad un primo tempo equilibrato, i Knicks si sciogliessero nel terzo quarto per poi eventualmente recuperare alla fine in pieno garbage. A mio avviso era volontario per il tanking, poi magari mi sbaglio.
Ho visto inoltre un rapporto On-off court di bargnani intorno al 20%...non è basso (rispetto a quella degli spurs che hai linkato) e non può influire sulla statistica?
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da serpico »

Gabbo ha scritto:
possibili interpretazioni
Personalmente ti avevo scritto che nelle partite/tabellini che guardavo, ho notato come spesso ad un primo tempo equilibrato, i Knicks si sciogliessero nel terzo quarto per poi eventualmente recuperare alla fine in pieno garbage. A mio avviso era volontario per il tanking, poi magari mi sbaglio.
Ho visto inoltre un rapporto On-off court di bargnani intorno al 20%...non è basso (rispetto a quella degli spurs che hai linkato) e non può influire sulla statistica?


Come ti dicevo, nelle gare più equilibrate l’ON / OFF court permane negativo. Inoltre, un eventuale tanking sistematico nel 3° quarto avrebbe dovuto influire anche sul differenziale di altri giocatori, invece lui ha il trend peggiore.

Comunque, una parte di effetto potrebbe essere in effetti ipotizzabile.

Se vogliamo vedere nel dettaglio gli score di sottogruppo (che – come ti accennavo – non hanno valore di per sé, ma servono a rafforzare o indebolire i risultati relativi all’analisi globale), bisogna guardare i dati relativi alle gare in cui ha avuto il peggior differenziale (che sono le sue gare 3, 7, 10, 13, 16, 19, 21, 23, 25, 26, 27, 29). Innanzitutto, si nota che la maggior parte dei risultati molto negativi sono relativi all'ultimo periodo: nelle ultime 11 gare ha registrato differenziali negativi (anzi, terribili) in 7 occasioni. In questo senso l’ipotesi fisica (alcune gare giocate non al 100% della condizione) e anche l’ipotesi psicologica di Mike tornano molto buone.

Inoltre, analizzando il dato relativo alle 12 gare sopra menzionate, emerge effettivamente come i Knicks perdessero il terzo quarto con parziali mediamente lievemente peggiori (-7.25) rispetto agli altri tre quarti (-4.69).

Consistentemente con il dato, si potrebbe supporre quindi un mix di fattore psicologico o fisico (data la distribuzione dei dati negativi verso la fine della serie) e, in parte, di fattore tanking.
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Gabbo
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da Gabbo »

Il terzo quarto con parziali mediamente lievemente peggiori (-7.25) rispetto agli altri tre quarti (-4.69).

Scusa serpico non riesco a quotare dal cellulare
A leggere il dato in un altro modo, mi verrebbe da dire che nel terzo quarto (12 min) facevano il 50% circa peggio che in tutti gli altri tre quarti messi assieme (36 min) ;-)
E nel terzo quarto di solito iniziano i titolari. Certo anche gli altri titolari dovrebbero quindi subire questo andazzo,ma a naso mi ricordo più di una partita in cui Bargnani si giocava poco dei i suoi 25min nell'ultimo quarto spesso dopo aver preso mazzate nel terzo...alcuni utenti si erano anche lamentati della cosa (come il fatto che prendesse pochi tiri)
Ovviamente questo non giustifica un giocatore al 100%
Come la tua statistica mi fa dire che il giocatore x (x non dire Bargnani :-D ) non impatta in una squadra x quelle che sono ritenute le sue potenzialità, xò u a cosa e paragonarlo ai candidati MVP,un'altra è capire se in base a questa statistica gli si darebbe un terzo dei soldi di y (x non dire il suo compagno di squadra smith)
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da black panther »

serpico ha scritto:
wisconsin ha scritto:
Per quanto riguarda i tuoi compagni di squadra e gli avversari, questo secondo me è un falso problema. Chi gioca mediamente di più con i compagni più forti, da un lato ne trae sicuramente un vantaggio, ma dall’altro è vero altrettanto che si troverà davanti per un numero di minuti più elevato i giocatori avversari mediamente più forti.

Da questo punto di vista è paradigmatico l’esempio Spurs 2013/2014:

http://www.basketball-reference.com/tea ... 14/on-off/

Non tutti però condividono il mio pensiero. Molti, come te, sostengono che sia sempre necessario correggere per le variabili di confondimento "ambientali". Va infatti di moda da qualche tempo il cosidetto Real Plus Minus. Questo parametro è aggiustato per alcuni possibili confondenti, inclusi gli effects of each teammate and opposing players.


Trovi una descrizione del razionale qui, se ti interessa:
http://espn.go.com/nba/story/_/id/10740 ... plus-minus
1) in generale ragionamento lucido e argomentato, non ti dico che mi hai convinto, ma che mi hai fatto vedere altri aspetti della cosa sì.
2) esempio Spurs: dato che me le sono viste quasi tutte quelle partite, ti seguo molto bene.
E sì, mi torna, nel senso non c'è dubbio per me, dicendola in modo semplice, che il secondo quintetto Spurs fece la vera differenza lungo la stagione. Ricordo un numero molto elevato di partite il cui equilibrio veniva spezzato in senso positivo dalla second unit Spurs (una delle più forti della storia del basket, e sia detto per inciso basta ciò per fare dell'annata del Beli una stagione memorabile, oltre al fatto che mise i suoi miglior numeri in carriera).
Quindi in questo caso, sempe in modo semplicistico, quantitativo conferma il qualitativo :)
3) interessante il Real Plus Minus, anche se non ho capito bene quali siano concretamente le variabili prese in esame, al di là dell'analisi possesso per possesso
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Re: Stats - Quando l'NBA dà i numeri

Messaggio da wisconsin »

Grazie black panther per aver messo nella mia bocca parole di serpico... mi fan sembrare intelligente :wink:
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