ferpiel ha scritto:Ragazzi,
comincio a vederla dura per il Beli, posto che la vedevo già dura per lui dall'inizio della nuova e ennesima avventura.
La storia si ripete (the same old story).
Accoglienze benevole e fiducia illimitata (o quasi) nei suoi mezzi e nel suo tiro.
Vedasi il Traiano della scorsa stagione, insieme col Colangelo etc.
Impegno difensivo spropositato del nostro ragazzo a sbracciarsi e a sudare per guadagnarsi un minimo di fiducia e considerazione.
Salvo che tutto questo sbattersi poteva avere e ha e ha avuto le sue conseguenze fisiche in termini di lucidità mentale al momento di proporsi in offensiva.
La mia opinione è che la fase calante degli Hornets non sia imputabile a Marco, quanto alle sirene dell'ambiente (basta leggere Nola.com e i commenti dei tifosi che rimpiangono questa specie di Thornton dell'anno scorso).
Naturalmente, per la piazza (e per l'allenatore), il primo responsabile è il Bilino. Che non mette dentro i tiri giusti e in più, udite udite, continua a sbracciarsi in difesa (questa è una ammissione di colpa per il cervellino americano, preferirebbero che uno si pinasse da solo, anziché stare lì a far finta di essere utile alla causa - della serie: se non la metti dentro non sei un uomo, mi frega un cazzo se difendi o cerchi di difendere il "nido", questo è un lavoro da femminucce).
Uno mediocre come West in questa mentalità ci sguazza. Come ci sguazza Stoudemire - ad altri livelli - a NY.
Paul è uno che ha cominciato la stagione coi migliori propositi, ma difendere è una pena anche per lui, che in più è bassottino e tutto questo lavoro non produce stats personali mirabolanti.
Al contrario.
(Paul è uno che mira agli assists, per questo la passa a chi secondo lui può ingrassare le sue statistiche, e questo spiega l'asse privilegiato con West, così come spiega il Calderon dell'era Bosh a Toronto).
Monty Williams è a un bivio.
L'uomo pare abbastanza intelligente per aver capito la chiave delle vittorie. Rischia però di perdere i suoi soldatini nella battaglia. Qui ci vorrebbe un motivatore e uno psicologo in grado di parare i danni relativi all'autostima dei giocatori all'americana che non si sentono abbastanza uomini se non la mettono dentro e, non solo, anche profondamente e grossolanamente (qui ci sono molti termini da prendere "tra virgolette" per sottolineare i riferimenti sessuali della questione).
Marco comincia a pagare la sua paraculaggine, la sua "bianchitudine" (di che colore sono le stelle per la maggior parte in NBA?), il sistema, lo spogliatoio - qualcosa qui potrebbe dire Danilo - il sentirsi non circondato dal calore della sua terra, il canestro che ultimamente è sempre spostato qualche centimetro un po' più in là, a destra o a sinistra o in avanti o indietro, il fatto che lo marchino stretto - e questo di per sé è un segno di considerazione - le dinamiche interne, il fatto che Paul non ha la testa qui o non gli interessa più, che la palla in attacco non circola più come ai vecchi tempi, come se scottasse, e dunque "dobbiamo cercare di liberare al tiro uno che non gli resti il cerino in mano" , il fatto che tutte queste mediocrità - prese singolarmente - abbiano attribuito a se stesse il merito dell'inizio fulminante della squadra...
Insomma, il giocattolo sta cominciando a rompersi.
Forse il Beli è uno che si è gasato troppo in questi termini, o almeno è visto come tale all'interno dello spogliatoio.
Forse tutti si sono gasati troppo.
Compreso Monty Williams.
Per cui mi auguro che NO cominci a perdere davvero.
Salvo un ritorno di fiamma o di autorità da parte dell'allenatore.
Ma si sa: gli allenatori in NBA sono figurini in giacca e cravatta che guadagnano meno dei loro presunti "sottoposti".
Fossi in Marco - memore delle precedenti esperienze - (ormai Monty si è messo sulla falsariga di Nelson e Triano, nel senso di scaricare tutti i guai sull'ala che "segna poco"), comincerei a fare il matto, ovvero prendere il pallone e fare il play e gestirmelo personalmente e penetrare e andare di mia spontanea volontà a pinarmi di vergogna quando mi sentissi personalmente ignorato "di passaggio" libero non avuta la palla (leggo troppo i forum americani, perdonate).
Per concludere:
Caro Marco, dato che le leggi sono quelle coglioncine dell'America, allora ci vuole un po' di sano egoismo (visto che mi pini e mi ritieni responsabile delle sconfitte, quando mi mandi in campo mi sento autorizzato a farmi i cazzi miei, e grazie della libertà che mi concedi, ti giuro che te ne pentirai amaramente, visto che quando ho fatto il soldatino ubbidiente questo non ti è bastato).
Risultato: Belinelli l'anno prossimo è a CSKA.
