Quello era (è ancora, temo...) il famigerato tribunale di Roma. Falcone non stava lì, ma al Ministero della Giustizia.raf ha scritto:fagiu a Roma sistematicamente fin dagli anni ottanta tutte le inchieste finivano nel nulla.
Roma era definita porto delle nebbie da tutti quelli che si occupavano di giustizia.
Perplessità e dubbi comprensibili per te, per me e persino per un politico come Orlando: il palazzo, un ministro socialista, cioé ladro di merda, come Martelli etc. Ma Falcone era un magistrato e, come ho detto, un servitore dello Stato coerente. Era semplicemente assurdo chiedergli di condividere un simile atteggiamento verso le "Istituzioni romane", per quanto inquinate; faceva il suo dovere e basta, a Roma come a Palermo dove, te lo ricordo, l'aria non era affatto meno malsana per lui.raf ha scritto:Era normale che ci fossero perplessità e dubbi nel vederlo in un palazzo Ministeriale.
Falcone aveva troppa fiducia nelle Istituzioni romane e a torto purtroppo.
E Orlando lo accusava proprio di "tenere chiusi nei cassetti" documenti importanti. Come se il compito di un magistrato fosse diffondere notizie incontrollate, fuori dal procedimento penale. Un'assurdità che tu sembri condividere.raf ha scritto:Una delle citazioni di Falcone è più o meno questa: "l'Italia è come una pentola piena d'acqua in ebollizione, se le togliessi il coperchio ....".
A distanza di anni dico che sarebbe stato un bene se lo avesse tolto.
La pentola andava scoperchiata secondo la ricetta, la Giustizia
Qui si misura la differenza abissale che separa un eroe civile come Falcone da un politicante come Orlando e da due cazzoni qualunque come te e me
