Provo a analizzare la situazione in vista dell’anno prossimo, facendo una premessa: il roster dei Nets, allo stato attuale, è davvero orrendo.
Tre giocatori strapagati (Joe Johnson, già prima sopravalutatissimo, ora anche sul viale del tramonto, Brookkone e Young), poi Jack che sebbene l’anno scorso sia stato più in versione Indiana che We The North, non può essere essere certo considerato una garanzia (Max, tieniti pronto), tanto più con Larkin backup (decente mesteriante da 5-10 minuti al bisogno, anche se a tratti ha fatto buone cose nel caos di NY). Bogdanovic interessantissimo d’accordo, ma sicuramente non uno che sposta.
Poi, c’è davvero il nulla cosmico.
La perdita di Deron Williams, anche la versione sbiadita dello scorso anno, comunque peserà (è comunque da lui che spesso si andava, nel momento del bisogno, anche ai PO), idem gli addii di Plumlee e Alan Anderson la cui funzionalità è stata per me sorprendentemente sottovalutata.
Arrivare ai PO, anche a Est, sembra davvero dura.
Cleveland, Atlanta, Washington, Chicago, Miami e Indiana, io le do per certe, salvo cataclismi e infortuni.
Le altre sono comunque davvero squadre interessanti: Detroit in ricostruzione con Van Gundy che ha speso mesi a prendere le misure a una squadra storicamente matta; i Bucks sono una delle squadre più giovani e sexy della Lega (Giannis

); New York, con Afflalo e * (corretto,David Lopez, gioca(va?) al Napoli)* Robin Lopez), nei limiti del possibile si è mossa bene, aspettando di vedere hip-pop Porzingis; Boston si è rinforzata, ha perso Bass, ma ha preso Amir che, anche se overpaid, a me è sempre piaciuto un casino e lo vedo benissimo nella squadra verde tutto cuore; Charlotte, inutile dirlo, con Batum e Hawes, ha decisamente migliorato il suo roster.
Insomma, vedo dietro solo Orlando (che comunque ha Skiles in panchina), Philadelphia e Toronto, che secondo me sarà la delusione dell’anno (mia speranza?

), proseguendo il trend negativo della seconda metà della RS (Carroll chi?).
Nulla di buono, insomma.
Ma se questo da un lato è l’aspetto più terrorizzante della stagione che verrà, dall’altro è anche il più intrigante.
Poteva scegliere Sacramento e accontentarsi di un ruolo marginale, ma meno esposto e con meno rischi, in un ambiente più "sano", con un grandissimo coach offensivo. E accontentarsi di una squadra il cui rendimento non dipendesse necessariamente e strettamente dal suo di rendimento. Invece rimane nella bocca del lupo e decide che vuole giocarsela fino in fondo, a modo suo.
Se devo morire, muoio a est e muoio a mio modo. Ovvero giocando. “Stare in campo poco, non vuol dire giocare poco, vuol dire non giocare” - musica per le mie orecchie - e i minuti, stando al roster attuale e nonostante Hollins sia uno che tende a non fare prigionieri (sia Lopez che Williams ne sanno qualcosa), li avrà per forza.
Non basteranno quindi il compitino e i buoni numeri, non basteranno le cifre, gli eventuali rimbalzi e i Plus Minus. Se i Nets non faranno i PO, la stagione per lui sarà comunque marchiata dal fallimento. Per questo non ci vuole una versione media, discreta, buona (versioni che potevano essere anche spendibili e accettabili a Sacramento), ci vuole una versione di lusso del Mago. Lui è l’unico che può spostate gli equilibri di questa squadra in senso positivo, in maniera consistente, lui rappresenta quel fattore che può fare cambiare prospettive e percezioni della squadra. E se non sarà al suo massimo, se non farà qualcosa di eccezionale, se non sarà quello che a tratti ha dimostrato di poter essere, i PO li vedranno con il binocolo e questo metterà il punto finale alla sua carriera oltreoceano.
Lui probabilmente l’ha capito.
La sfida è affascinantissima.
Se non si fosse capito, non vedo l'ora che si cominci.
Questo c’ha due palle così
